La terza partecipazione alla Champions League dello Sporting Braga certifica quanto stia facendo di buono Antonio Salvador, proprietario del club dal 2003. Tre coppe del Portogallo, due di Lega, una Coppa Federazione e un’Intertoto rappresentano lo scarno palmares dei biancorossi, i quali, però, da alcuni anni sono costantemente nell’élite del calcio portoghese: secondi in campionati nel 2010, terzi nel 2012, 2020 e 2023. Una crescita costante dettata da una proprietà che sta attenta al bilancio, che ha costruito un nuovo centro sportivo e con lo stadio Municipal da circa 30mila posti, inaugurato venti anni fa in vista dell’Europeo casalingo, il quale ha un design esclusivo con una parete di roccia dietro una delle due porte e le due tribune a fare da cornice. Dal 2004, a parte la stagione 2014-15, ha sempre partecipato alle coppe europee, perdendo la finale di Europa League contro il Porto nel 2011.
L’arrivo del Qatar Sports Investments
L’anno scorso il QSI, braccio economico-sportivo del Qatar, già proprietario del Psg, ha comprato il 21,76% delle quote del Braga per arrivare al 29,6 per cento all’inizio di ottobre. Un’azione sulla quale molti analisti e addetti ai lavori si sono interrogati, considerando che il Qatar Sports Investments non può essere proprietario di due club che partecipano alle stesse competizioni europee; anche se il tema delle multiproprietà è molto più complesso e con diverse zone grigie. E di sicuro quello del Braga è un investimento molto diverso da quello del Psg. A partire dalle città, quella portoghese ha 200mila abitanti ed è situata nel nord del Portogallo, Parigi oltre a essere la capitale della Francia sta al centro del mondo, non solo calcistico. Inoltre le strutture societarie portoghesi sono più simili a quelle tedesche che francesi o inglesi e qualsiasi cambiamento societario passa al vaglio dei soci. Per quanto, quindi, possa crescere il Braga la domanda che molti continuano a porsi è: cosa cercano i qatarioti?
Braga, una diversa visione calcistica
La forza societaria ed economica del Braga è stata in questi anni la capacità di rivendere bene giocatori di proprietà, facendo sempre investimenti intelligenti e mai il passo più lungo della gamba, con una parallela crescita sportiva: 5 dei 7 trofei in bacheca sono stati vinti da quando Antonio Salvador è presidente. La spesa sul mercato più azzardata è stata quella di Bruma, il ventinovenne attaccante guineense naturalizzato portoghese, per 6.5 milioni di euro dal Fenerbahce, cresciuto nello Sporting Lisbona. Il tutto condito con una scelta sapiente dei tecnici, da almeno vent’anni sempre e solo portoghesi, come l’attuale: Artur Jorge.
Provare a guadagnare con il football
Antonio Salvador ha dichiarato che Nasser Al-Khelaïfi, attraverso il QSI, non sta aiutando il Braga sotto l’aspetto finanziario ed economico, ma sul lato marketing, connessioni e per cercare di creare una rete di scouting sempre più ampia. Ora, considerando ciò e che il Braga non potrà mai essere un Psg, seppur in trentaduesimi, appare abbastanza chiaro che questo investimento, per il QSI, è diverso da quelli precedenti, mettendo piede in un club nel quale i proprietari alla fine della stagione riescono a dividersi degli utili, guadagnando, appunto, con la vendita dei giocatori. Nel frattempo anche la proprietà del Chelsea ha fatto un tentativo per diventare socio di minoranza dello Sporting Lisbona, ma senza successo. Intanto, la squadra è quarta a sei punti dalla prima in campionato e nel girone con Real Madrid e Napoli sarà dura passare il turno in Champions League. Perché la strada del passo possibile è lunga e non sempre i risultati sono assicurati. Una cosa che, con parametri diversi, hanno imparato anche i qatarioti, soprattutto con la tanto agognata coppa dalle grandi orecchie.