Trovare un paragone italiano per quello che sta facendo il Girona nella Liga è impossibile. Come se il Sassuolo fosse in testa alla serie A a pari punti con l'Inter? No, di più, molto di più. Perché gli emiliani sono già a 11 campionati (di fila tra l'altro) mentre gli spagnoli stanno giocando solo per la quarta volta (e nemmeno consecutivamente) nella loro storia nel massimo campionato. Il Girona debuttò in Liga nel 2017, quando divenne di proprietà del City Group (stesso concetto del Palermo in Italia), ma due anni dopo era già retrocesso. Risalito nella primavera del 2022, l'anno scorso ha chiuso al decimo posto e adesso è la favola delle favole: in testa con il Real Madrid (merengues formalmente campioni d'inverno per aver vinto il 30 settembre 3-0 lo scontro diretto nella città della Catalogna appoggiata sulle sponde del fiume Onyar) e più che mai intenzionato nel provare a scrivere una favola tipo quella del Leicester 2016 in Premier League.
Nel segno di Pep
Il 2024 del club dove amministratore delegato è Pere Guardiola, fratello di Pep, si è aperto con una vittoria senza senso sull'Atletico Madrid: 4-3 grazie a un gol di Ivan Martin al 91' e dopo aver scialato due vantaggi (quello dell'1-0 e soprattutto del 3-1). E' stata la seconda, vera, prova di forza dopo il 4-2 a Barcellona del 10 dicembre scorso. Nelle ultime 11 partite, la matricola ritrovatasi a sorpresa al gran ballo, ha vinto 9 volte. Solo Betis e Athletic Bilbao sono riuscite a limitare i danni, lucrando almeno un pareggio. Il Girona non perde proprio dallo scontro diretto con il Real di oltre tre mesi fa. Ed è quello anche l'unico ko in stagione (19 partite di campionato e 2 di Coppa del Re).
L'allenatore e la filosofia societaria
Miguel Angel Sanchez Munoz, per tutti Michel, prima di arrivare a Girona non aveva un bel rapporto con la Liga: vi aveva portato Rayo Vallecano e Huesca, ma era poi stato esonerato. Gioca 4-3-3, difende a 4 e imposta a 3, alterna un calcio posizionale in un gioco di pressing e rapide transizioni e quando non supera la prima di linea di pressione avversaria costruisce lanciando per Dovbyk, che usa la sua fisicità. Il budget è ridotto. Il diktat societario non ammette fraintendimenti: per un acquisto deve corrispondere una cessione di pari o superiore valore. Nel mercato estivo, tra entrate e uscite, c'è stato un disavanza di circa cinque milioni. Tollerabili.
La squadra
Il trascinatore in attacco è l'ucraino Artem Dovbyk (11 gol e 6 assist), acquistato a giugno per una cifra bassina visto il valore del giocatore: 8 milioni di euro. Il Dnipro, anche per via del conflitto bellico, aveva necessità di monetizzare e questo ha agevolato il Girona, ma perché nessun altro club con ambizioni in Europa si era accorto di questo centravanti di 26 anni e di 1 metro e 90, che la scorsa stagione aveva segnato 5 gol (con 2 assist) in Conference League e 24 (più 6 passaggi decisivi) nel campionato ucraino? In realtà ci aveva fatto più di un pensiero il Torino e probabilmente qualcuno in casa granata ora si mangia le mani dal nervoso. Con un Dovbyk subito determinante in Liga, il 37enne uruguagio Stuani (visto in Italia con la Reggina) può dedicarsi al ruolo di riserva di lusso. Gli altri acquisti, che hanno richiesto un significativo esborso economico (si fa per dire...) sono stati i centrocampisti Herrera (5 milioni, dalla casa madre del Manchester City, già 4 gol) e il 19enne colombiano Solìs (6 milioni).
Calcio sostenibile, puntando però alla qualità. Così come per il parametro zero Blind (ex Ajax e Bayern) e i prestiti Garcia (Barcellona) e Savio (Troyes, 5 gol finora). Michel sta facendo i conti da tre settimane a questa parte con l'infortunio dell'ex Dinamo Kiev Tsygankov, ma lo sta sostituendo bene con il brasiliano Yan Couto, che il Mancity sta continuando a mandare in prestito (era già stato al Girona nel 2020-21 e poi al Braga) convinto che prima o poi verrà buono anche per la Premier League. Nella sorprendente capolista della Liga (in condominio con il Real Madrid, of course) va attenzionato anche il play Aleix Garcia, che ha fatto un giro immenso per tornare in orbita City dopo essere stato scartato nel 2017 e passando nel frattempo anche da Belgio e Romania. Altro nome che in Italia dice qualcosa è quello del difensore ex Napoli David Lopez, che ormai ha però 34 anni. Tra scommesse vinte, parametri zero e gente a fine carriera con ancora grandi stimoli, il Girona è lì, che mette paura anche al grande Real Madrid.