L'apoteosi di Bilbao, un milione in strada per una festa attesa 40 anni

L’Athletic si gode il trionfo in Coppa del Re. Valverde esulta: "Questo exploit non è paragonabile a null’altro"
L'apoteosi di Bilbao, un milione in strada per una festa attesa 40 anni© EPA

La Gabarra è pronta: «Era innominabile, nello spogliatoio nessuno poteva parlarne», ha assicurato Nico Williams subito dopo aver toccato la gloria. Per chi non lo ricordasse, la Gabarra è l'imbarcazione che scorta l'Athletic Club durante la celebrazione dei propri titoli. Insomma, c'è chi ha l'autobus scoperto e chi ha la Gabarra che, giovedì, tornerà a risalire le acque della ría di Bilbao per portare in trionfo la Copa del Rey conquistata dai leoni baschi sabato sera a Siviglia.

Athletic, la Copa del Rey dopo 40 anni

Un titolo che il club biancorosso ha aspettato per 40 anni esatti. Perché se è vero che, nel frattempo, ha conquistato un paio di Supercoppe di Spagna, quella con la Copa del Rey è la più lunga e appassionata storia d'amore dell'Athletic. Anzi lunghissima perché cominciata, secondo la società di Bilbao, nel 1902. Quel titolo, però, non è riconosciuto dalla Federcalcio spagnola per la quale le Coppe del re vinte dal club basco sono 24 e non 25. Capitan Iker Muniain, però, non è d'accordo e si è preso la briga di correggere, a colpi di spray, “l'errore” stampato sulla carrozzeria del pullman che ha accompagnato la squadra in Andalusia: «È incredibile, questo titolo non è paragonabile a nessun altro», ha ammesso Ernesto Valverde, uno che ha vinto, tra l'altro, due volte la Liga con il Barcellona e prima ancora in Grecia con l'Olympiacos. Un allenatore normale, il Txingurri: «Quando vincevamo qualcosa ad Atene, me ne andavo in un bar a mangiare qualcosa e bere una birra e il proprietario mi diceva “che ci fai qui?”».

Copa del Rey, la festa

Questa volta, però, don Ernesto non sarà solo. Alla grande festa, fissata per giovedì, potrebbe, infatti, partecipare un milione di persone. Ai tempi del calcio moderno non capita spesso di festeggiare un trofeo a Bilbao e, per giunta, l’ultima volta - Supercoppa 2021 - la celebrazione è stata castrata dal Covid. C’è da recuperare un gioia arretrata, insomma: «Ho una voglia incredibile di farlo. Sono super felice, questo è il club della mia vita», ci ha tenuto a gridare al mondo l’mvp Nico Williams, prima di promettere ai propri tifosi che «mi restano ancora tanti anni qui. Sono tranquillo e contento». Una promessa che non sarà semplice mantenere per il fenomeno dell’Athletic che, sabato sera, ha confermato di essere entrato in una nuova dimensione, quella definitiva, quella dei campioni: «Ho solo voglia di arrivare a Bilbao e festeggiare».

Berenguer, il rigore decisivo

Assieme a lui ci sarà anche quell’Alex Berenguer che ha messo la propria firma sul calcio di rigore decisivo. Alla vigilia della sfida avevamo ricordato che, a un certo punto, la finale si sarebbe potuta tingere di granata. Ebbene, è stato proprio così. Tinte amarissime, però, quelle di Nemanja Radonjic che, pochi attimi prima del penalty trasformato da Berenguer, ha fallito la propria conclusione dagli undici metri: «Ho scelto io i rigoristi - ha chiarito Javier Aguirre, tecnico del Maiorca, nel post partita -. I rigori sono come una moneta lanciata in aria e oggi è caduta dal lato sbagliato per noi, ma ai ragazzi non si può davvero rimproverare nulla».

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