Clamoroso, Gavi via a zero dal Barcellona? Il rischio c’è

No al ricorso del club catalano che ha superato il tetto salariale: serve un nuovo contratto, ad alto rischio, per il Golden Boy: altrimenti si svincolerà
Clamoroso, Gavi via a zero dal Barcellona? Il rischio c’è© EPA

BARCELLONA - Mettere in discussione Gavi sarebbe un gravissimo errore che la Spagna non può permettersi. A differenza di quanto succedeva una decina di anni fa, quando era realmente difficile confezionare una lista di 23 convocati senza lasciare fuori nessun campione, oggi il talento in seno alla Roja brilla, infatti, per la sua assenza. Se fino a qualche tempo fa i vari Casillas, Puyol, Ramos, Piqué, Alba, Busquets, Xavi, Xabi Alonso, Iniesta, David Silva e Cesc Fàbregas, solo per citarne alcuni, sarebbero stati titolare in qualsiasi squadra del vecchio continente, oggi sono davvero pochi, anzi pochissimi i calciatori spagnoli a godere dello stesso status. E tra questi c'è senza dubbio il giovane canterano del Barcellona che assieme al proprio compagno di squadra Pedri è - in attesa di capire cosa succedere sul fronte Ansu Fati, un altro blaugrana - il giocatore più talentuoso tra quelli selezionabili da Luis de la Fuente: «È fantastico, sebbene sia ancora in fase di maturazione e crescita e ancora non abbiamo visto tutto il suo potenziale». Gli elogi del nuovo commissario tecnico della Roja non sono, però, serviti all'ultimo Golden Boy per mantenersi nell'undici titolare sceso in campo in Scozia, dopo la vittoria contro la Norvegia. Assenza che, secondo una parte importante dell'opinione pubblica spagnola, sarebbe stata decisa per «ragioni comportamentali».

Cosa sta succedendo

È bene inserire quello che sta succedendo intorno alla sua figura nel giusto contesto: per classe, intensità, gagliardaggine, completezza e intelligenza tattica (se c'è da fare un fallo, si fa e punto), Gavi è il classico calciatore che tutti vorrebbero nella propria squadra: dai tifosi agli allenatori, ai presidenti. Allo stesso tempo, però, queste stesse qualità, agitate a dovere, rappresentano il peggio del peggio per la fazione rivale. Succedeva la stessa cosa a Barcellona con Casemiro, uno dei migliori mediani degli ultimi 15 anni che, all'ombra del Camp Nou, veniva trattato alla stregua di un Vinnie Jones qualsiasi. Chiamatelo karma se volete (sebbene, in realtà, sia solo una semplice questione d'invidia), ma sta di fatto che ora sta accadendo la stessa cosa a Gavi, con l'importantissima differenza che gli umori dei media madrileni influiscono molto di più di quelli catalani sull'ambiente circostante alla Roja.

Lasciatelo in pace

E così, il «deve controllare alcuni comportamenti che non favoriscono né lui né la squadra perché se ti ammoniscono presto poi devi limitarti» di Luis de la Fuente, viene interpretato a Madrid come un «richiamo» del ct al calciatore che «ha litigato con Ceballos nel Clásico» e che, per giunta «non ha nemmeno voluto firmare gli autografi ai tifosi della nazionale», mentre, visto da Barcellona, quello del ct era «un consiglio» fatto al calciatore che «ha già fatto pace con Ceballos» e che «dopo aver chiesto di essere sostituito per un forte mal di testa si è sentito meglio e quegli autografi li è andati a firmare». La verità è che, per il suo bene e quello della Spagna, Gavi non ha bisogno né di detrattori né di difensori d’ufficio, ma deve semplicemente essere lasciato in pace.

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