Dalle verdure al sogno: la favola del Brest, umile, operaio e virtuoso

La squadra bretone, attualmente terza, vive un momento strepitoso grazie a una politica accorta ma lungimirante della sua dirigenza
Dalle verdure al sogno: la favola del Brest, umile, operaio e virtuoso

Nel lontano e ventoso Nord-Ovest della Francia si staglia una città grigia e poco florida, nella quale però alberga uno dei sentimenti più vivi di questa stagione di Ligue 1. Si tratta di Brest, una località conosciuta principalmente per il suo porto, devastato dalla seconda guerra mondiale, ed effettivamente poco attraente per coloro che con il calcio possono guadagnare decine di migliaia di euro. Eppure, è in questo avamposto così apparentemente inospitale che si sta scrivendo la più bella favola di quest'anno in Francia.

Dalle verdure al Psg

Come ogni favola, c'è un seme che ha dato il via alla nascita di un grande albero. E in questo caso si tratta dell'impresa familiare di Denis Le Saint, presidente del club dal 2016, dedita alla grande distribuzione di frutta e verdura. Un visionario che pian piano ha fatto la storia di un club che in Bretagna non aveva mai spiccato come il possente Rennes o l'intermittente Guingamp, ma che oggi è il vanto di tutta una regione. La forza di un progetto sostenibile ma nel quale è stato investito tanto e in modo sostenibile. Il tutto accompagnato dalla nomina di Gregory Lorenzi a direttore sportivo. Corso di nascita e protagonista di una carriera mediocre da difensore, il ds dei bretoni ha finito la sua carriera proprio allo stadio Le Blé nel 2016, quando Le Saint ha dato inizio al suo mandato.

Da quel momento i due hanno sviluppato un'ottima intesa e la squadra che oggi sta sorprendendo tutta la Francia è stata costruita dalla lungimiranza di Lorenzi, che è partito dalla costruzione di un centro di allenamento non appena ha avuto pieni poteri sette anni e mezzo fa. Uno scouting accurato e oculato abbinato a una campagna acquisti mirata nella quale spiccano alcuni prestiti importanti, come quello dell'attaccante dell'Inter Martin Satriano, il trequartista del Reims Kamory Doumbia e il mediano del Lille Jonas Martin, tra i più presenti in campo e che verosimilmente scenderanno in campo domenica contro il Paris Saint Germain, che verrà nella ventosa punta della Bretagna per continuare a esercitare il suo dominio dispotico

L'impronta di Roy

La miglior squadra del momento in Ligue 1 è però anche frutto del lavoro di un inaspettato demiurgo, quell'Eric Roy che dopo anni da dirigente o consulente in alcune società, nonché commentatore televisivo senza peli sulla lingua, è stato praticamente pescato dal nulla dal direttore generale Pascal Robert. Quest'ultimo ha espresso un concetto fondamentale dell'indole del Brest in un reportage de l'Équipe: "Siamo circondati da agricoltori e pescatori, e non dobbiamo esaltarci cercando di andare troppo oltre e spendendo soldi che non abbiamo".

La soluzione low cost è risultata più che proficua, con Roy che da semi sconosciuto, o quantomeno fuori dai radar importanti, ha dato prova di avere il polso della situazione e, soprattutto, di poter far rendere al massimo calciatori quasi sconosciuti. Il suo 4-3-3 è moderno e si basa sulla verve di due ali eclettiche e scattanti come l'esperto Romain Del Castillo e lo sgusciante Mathias Pereira Lage. In difesa, invece, spicca su tutti il senso della posizione e la solidità di Lilian Brassier, un centrale di spessore che non a caso è entrato nell'orbita del Milan.

L'ambizione del presidente, il rischio calcolato dei dirigenti e la voglia di stupire dell'allenatore, misti all'entusiasmo dei calciatori, pochi dei quali sopra i 30 anni, sono il segreto della forza del Brest, che contro il Psg vorrà togliersi un altro sfizio davanti a un pubblico incredulo che però non vuole destarsi dal sogno.

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