Inchiesta Manchester City, i club di Premier League chiedono la retrocessione!

Sarebbero oltre 115 le violazioni del Fair Play Finanziario perpetrate dai Citizens. Serpeggia il malcontento tra le altre 19 società del massimo campionato inglese

LONDRA (INGHILTERRA) - Riunione fiume, durata quattro ore, nel centro di Londra tra i capi della Premier League e i rappresentanti dei 20 club. "Sul piatto" c'è il futuro della massima divisione inglese e il progetto Superlega. Intanto serpeggia il malcontento nei confronti del Manchester City, accusato di aver perpetrato oltre 115 violazioni del Fair Play Finanziario. Un vero e proprio tsunami si è abbattuto sui Citizens, chiamati ora a difendersi. A tal proposito il City Football Group ha scelto Lord Pannick KC, l'avvocato preso da Boris Johnson che ha battuto anche il Governo. Le altre 19 società, qualora fosse confermato il comportamento illecito, chiedono pene esemplari.

La Premier League e la "minaccia" Superlega 

Da affrontare, al momento, c'è però un'altra grana, legata al progetto Superlega. I vertici di A22, infatti, hanno messo nel mirino proprio il campionato inglese, tacciandolo di rappresentare il nemico numero uno del calcio europeo. Secondo l'establishment della Superlega, infatti, la Premier League è come una bestia vorace che vuole per sè tutte le risorse economiche disponibili, lasciando le briciole agli altri campionati che dunque annaspano faticosamente. Una sorta di treno che ha ormai lasciato la stazione e viaggia spedito senza curarsi di chi è rimasto indietro. 

Il piano della Superlega e l'esclusione della Premier League

Intanto A22 ha indicato i "10 principi" per il futuro del progetto: competizioni “meritocratiche” - qualificazione al merito - con le decisioni finali prese dai club coinvolti piuttosto che dall'Uefa; maggiore stabilità e prevedibilità delle entrate annuali in modo che i club possano assumere impegni ragionevoli e a lungo termine per le spese dei giocatori e delle infrastrutture; miglioramenti sostanziali nel formato e nell'attrattiva delle attuali competizioni europee che genererebbero dunque risorse aggiuntive; rigorose regole di sostenibilità finanziaria. Insomma, un piano ben preciso e chiaro che possa portare a una crescita collettiva. Un piano, però, che non prevede la presenza della Premier League, indicata come lo squalo che divora i piccoli pesci che nuotano però nello stesso oceano. 

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