Il Manchester City di Guardiola tra Grande Bellezza e storia

dArchiviato il trionfo in campionato, il club punta il Treble e prepara le finali di FA Cup e Champions League. Non è (solo) una questione di soldi
Il Manchester City di Guardiola tra Grande Bellezza e storia© Getty Images

Continuate pure a pensare che sia solo tiki-taka. Tentate, inutilmente, di ridurre il tutto a “è solamente una insopportabile rete di passaggi in orizzontale, uno sterile possesso palla”. Continuate pure a pensare che ogni suo trionfo sia giustifi cabile prima con un “Come fai a non vincere con un centrocampo come Xavi-Iniesta-Busquets?”, poi con un “E come fai a non alzare trofei in serie quando in squadra hai il migliore in attività e cioé Lionel Messi?” e infine con “Vorrei pure vedere che non stradominasse, con i miliardi emiratini alle spalle”. Del resto, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere: da quando Josep Guardiola i Sala, per tutti Pep, il visionario del calcio, il mago di Santpedor, ha iniziato la sua carriera da allenatore (2008) ha vinto 11 dei 14 campionati a cui ha partecipato e quando non è arrivato al trionfo fi nale ha sempre piazzato la squadra da lui allenata nelle prime 3 posizioni della classifica a totale e insindacabile conferma del suo dominio, della schiacciante superiorità del gioco espresso dai suoi club.

Guardiola, visionario del fútbol

Restringiamo per un attimo il range del dicorso: la Premier League è stata definita, fin dalla sua fondazione, come “il campionato più bello, diffi cile e combattuto del Vecchio Continente”. Vincerla è complicato, ripetersi è pressocché impossibile. Ebbene, il visionario del fútbol, il mago di Santpedor ha trionfato in 5 delle ultime 6 Premier League a cui ha partecipato. Non è il primo “tricampionato” che si aggiudica: c’era riuscito già con il Barcellona (2008-09, 2009-10, 2010-11), con il Bayern (2013-14, 2014-15, 2015-16) e, appunto con i Citizens (2020-21, 2021-22, 2022-23). Se non è leggenda ci siamo davvero a pochi millimetri. Ora torniamo a riallargare il fuoco dei riflettori sul discorso, proviamo a rispondere a quelli che obiettano che con investimenti sul mercato come quelli del City Group sarebbe stato un delitto non vincere. Ebbene, per amor di verità va analizzato questo dato: dal 1 luglio 2016, quando Guardiola ha preso servizio ufficialmente a Etihad Stadium, il Manchester City ha speso 667 milioni di euro.

La Grande Bellezza applicata al calcio

Una signora cifra, su questo nessuno dice nulla. I Blue Mooners, però, non sono in testa alla classifi ca dei più spendaccioni, comandata dai cugini dei Red Devils, con 902 milioni. Peraltro, i Citizens non sono nemmeno al secondo posto, occupato saldamente dal Chelsea di Abramovich prima e Boehly dopo (830 milioni). E proprio come confermato dagli esempi freschissimi del Man United e dei Blues londinesi, spendere e spandere non garantisce assolutamente successi in campo. Aiuta, certo, ma non sarà mai una conditio sine qua non. Insomma, God save Pep, Dio salvi il Guardiolismo, la Grande Bellezza applicata al calcio. Ed è mica fi nita qui, anzi siamo soltanto all’inizio. Sì, perché il City targato Guardiola è realmente a un passo dalla leggenda: tra due sabati, a Wembley Stadium, sarà sfi da tra le due anime di Manchester, quella Blue Mooner e quella Red Devil con in palio la FA Cup. E il 10 a Istanbul ci sarà la finale più prestigiosa, quella che mette in palio il trofeo più desiderato, la Champions League. Il Treble, il Triplete è lì: basta solo allungare una mano per aff errarlo. Ma senza scordare la Grande Bellezza applicata al fútbol.

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