LONDRA - Nel calcio c’è ancora chi continua a credere all’equazione che, molto semplicisticamente, sostiene la teoria secondo cui più soldi si investono sul mercato più forti si è in campo. Poi, però, chiuso il periodo delle trattative, spente le luci di scena ed esauriti gli annunci in pompa magna, è proprio il campo a smentire puntualmente la teoria, sgonfiando l’equazione e rivelando come la matematica del solo denaro, almeno nel pallone, non è per nulla vicina a potersi considerare una scienza esatta.
Ne sa qualcosa il Chelsea, che dopo aver speso l’impressionante cifra di 1 miliardo e 190 milioni di euro nelle ultime 3 sessioni di mercato - per intenderci, quelle condotte dalla nuova proprietà americana capeggiata da Todd Boehly - continua a collezionare disastri su disastri. Il bilancio di un anno con la nuova proprietà alla guida descrive anatomicamente una catastrofe sportiva ed economica: 5 allenatori alternatisi, 31 calciatori acquistati, 2 record assoluti di spesa stabiliti (prima con Enzo Fernandez e più recentemente con Caicedo), 20 sconfitte in 42 gare di Premier e, ovviamente, nemmeno l’ombra di un titolo.
«Boehly avrà imparato la lezione»
Il dodicesimo posto della scorsa stagione doveva rappresentare il punto più basso da cui ripartire. «Boehly avrà imparato la lezione», si era detto a maggio. Un pensiero, questo, rinvigorito dall’ingaggio di un tecnico intelligente e preparato come Pochettino. E invece, proprio come un anno fa, il mercato dei Blues ha suonato lo stesso identico spartito. Tanti acquisti, un altro mezzo miliardo di euro circa (464 milioni) speso in calciatori, e al momento la situazione sembra essere perfettamente la stessa. Già 2 sconfitte in 4 gare di Premier, squadra lenta nel palleggio, priva di idee e anche spuntata: tanti esterni offensivi e di fatto un solo centravanti di ruolo, Jackson, fra l’altro per nulla abituato a guidare l’attacco di una big.
Sabato pomeriggio, chi era a Stamford Bridge ha dovuto non solo incassare l’onta dell’ennesima umiliazione ricevuta da un avversario nettamente più debole - il Nottingham Forrest che in casa dei Blues non vinceva dal 1995 - ma anche sorbirsi gli sfottò divertiti dei tifosi Tricky Trees, che per tutta la gara hanno preso di mira i calciatori di casa, etichettandoli come «waste of money», spreco di denaro, per intenderci. E i fischi che hanno sommerso Sterling e compagni a fine gara hanno dato la misura esatta del grado di frustrazione che si respira a Stamford Bridge, aumentando di fatto un carico di pressioni che è già un enorme macigno sulle spalle dell’ex tecnico del Tottenham.