Il New Deal Manchester United: "Risultati e stadio le nuove priorità”

Ratcliffe, secondo uomo più ricco di Gran Bretagna lancia la sfida: "Negli ultimi anni si è rischiato di degradare il marchio. Si impari da City e Liverpool…”
Il New Deal Manchester United: "Risultati e stadio le nuove priorità”© Getty Images

LONDRA - Di fronte all’ennesima impresa della sua movimentata vita, il 71enne Jim Ratcliffe sentirà probabilmente la stessa responsabilità che Gianluigi Colalucci, grandissimo restauratore italiano, sentì quando nel 1980 gli venne chiesto di restituire la forza e i colori di un tempo alla Cappella Sistina, opera del genio immortale di Michelangelo Buonarroti. Il miliardario inglese – che in questi giorni ha completato l’acquisizione del 27,7% del club per cui tifa da 65 anni, sborsando circa 1,2 miliardi di euro – impersonifica per i tifosi del Man United la tanto agognata speranza di rivedere lo storico club riemergere dalla mediocrità e tornare a scintillare nella magnificenza di un tempo. Il progetto, manco a dirlo, è proprio questo: «È la più grande sfida sportiva che abbia mai intrapreso, ma non sarà facile fare in modo che tutto torni a funzionare». Negli uffici londinesi di Ineos, – l’azienda che lo ha reso il secondo uomo più ricco del Regno Unito – Ratcliffe ha radunato un piccolo esercito di giornalisti. Fra i cimeli storici, testimonianza diretta della sua antica passione per i Red Devils (fra cui la maglia col colletto rialzato del Dieu Éric Cantona), il miliardario ha iniziato a diffondere la nuova visione che indirizzerà le scelte sportive del club: «Le due questioni più importanti sono i risultati sul campo e lo stadio».

Ratcliffe, lo United e Ten Hag

United, il manfiesto di Ratcliffe

Il manifesto di Ratcliffe è tutto qui. La novità assoluta è però il capovolgimento di quella dinamica che ha segnato la gestione Glazer e contribuito a generare tutto l’astio del tifo nei loro confronti. «Si è pensato che essendo bravi in ambito commerciale si potessero guadagnare tanti soldi, e di conseguenza avere successo nel calcio. Si è rischiato di degradare il marchio. Ora, invece, sarà il calcio a guidare il club». A trainare questa nuova era sarà dunque l’aspetto sportivo. Con un occhio proprio ai nemici più odiati: «Abbiamo molto da imparare dai nostri vicini, City e Liverpool. Loro sono il nemico, e non c’è niente che vorrei di più che farli cadere dal trespolo», ha affermato, prendendo in prestito una vecchia frase di Ferguson. Ma come si può migliorare il rendimento sportivo di un club che dal 2018-19 ha speso oltre 1 miliardo sul mercato, raccogliendone solo 245 milioni? Il primo passo verso il cambiamento è il tentativo in atto (che ha creato un incidente diplomatico con il Newcastle) di portare a Manchester Dan Ashworth, ds dei Magpies, dopo aver già strappato al City Omar Berrada, che sarà l’amministratore delegato. Avranno ruoli di primo piano anche Dave Brailsford, l’uomo che ha rivoluzionato il ciclismo britannico, e l’ex Juve Jean-Claude Blanc. Su Ten Hag, invece, non sono ancora state sciolte le riserve, anche se Ratcliffe ha sottolineato come «fondamentale sarà qualificarsi in Champions». L’altra questione nodale riguarda lo stadio: Ratcliffe si è impegnato a investire inizialmente 300 milioni nelle infrastrutture. Soldi sufficienti a dare una rinfrescata al vetusto Old Trafford. Infatti, le stime per una ricostruzione superano il miliardo di sterline. Tanto che Ratcliffe sta esplorando le varie soluzioni di finanziamento, fra cui anche il sostegno statale. La proposta è quella di costruire un Wembley del nord: «Qui la gente paga le tasse come a sud. Ma dov’è lo stadio nazionale del calcio? È nel sud, come quello del rugby, del tennis, o l’arena dei concerti. Eppure, quante Champions ha vinto il Nord Ovest e quante Londra?».

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