Il Liverpool e quell'ansia per la magia più attesa

I Reds ancora più uniti dopo l’annuncio dell’addio di Klopp. Ma Guardiola e il City programmano l’ennesimo sgambetto

LONDRA - "Sono così felice che sia venuto, sono così felice che ti sia ricordato di venire a vedere come concludiamo il nostro ultimo ballo insieme". Parole prese in prestito da “Last Dance”, singolo dei Cure, e che sono perfette per fare da prologo al “Ballo finale” che domani pomeriggio avrà come protagonisti i due maghi della panchina, Jürgen Klopp e Pep Guardiola. I nemici cordiali del calcio moderno - la coppia di allenatori che nell’ultimo decennio, in Germania prima e in Inghilterra poi, ha dato vita a una fra le più belle, intense e combattute rivalità del calcio - si troveranno infatti per l’ultima volta l’uno contro l’altro in una sfida di Premier, scrivendo il capitolo finale di una saga che ha innalzato ancor di più il livello già altissimo del calcio inglese.

Klopp e Guardiola si giocano il titolo

Una sfida, quella che andrà in scena nel teatro di Anfield, che, come è quasi sempre capitato in questi anni, potrebbe essere decisiva per la corsa al titolo. Decisiva soprattutto se ad aggiudicarsela sarà il Liverpool: la squadra di Klopp, infatti, guida la classifica con 1 punto di vantaggio sul Manchester City e 2 sull’Arsenal (impegnato oggi in casa col Brentford). Dunque, in caso di vittoria contro i campioni del treble la squadra di Klopp, con 10 gare ancora da giocare, metterebbe 4 punti fra sé e l’avversario più pericoloso. Probabilmente non un colpo di grazia definitivo (considerando anche il terzo incomodo Arsenal), ma comunque un messaggio fortissimo alle avversarie, oltre che un’ulteriore dose di convinzione che andrebbe a rafforzare la già consistente consapevolezza di un gruppo che, da quando Klopp ha annunciato l’addio a fine stagione, si è compattato ulteriormente, dimostrando un orgoglio e una capacità di far fronte alle difficoltà fuori dal comune. Un gruppo che, a parte il passo falso di inizio febbraio contro l’Arsenal, negli ultimi mesi ha saputo quasi solo vincere (13 vittorie 1 pareggio e 1 sconfitta nel 2024).

Liverpool grande anche nei momenti di difficoltà

E lo ha fatto anche nella difficoltà estrema, come accaduto in queste ultime settimane in cui la squadra di Klopp è riuscita a portare a casa il primo trofeo della stagione, la Carabao Cup, battendo il Chelsea nonostante le 11 assenze per infortunio e una squadra piena zeppa di ragazzini, e a mettere in ghiaccio i quarti di finale di Europa League dopo aver strapazzato lo Sparta Praga. La magia di Klopp, insomma, tecnico quasi unico per la sua capacità far sbocciare il talento: negli anni di Liverpool lo ha fatto con Salah (che col City ci sarà), trasformatosi da buon giocatore a fenomenale campione. Ma anche con van Dijk, Alexander-Arnold, Robertson e gli altri protagonisti di una delle ere più vincenti della storia dei Reds. E più recentemente, lo ha fatto con gli ultimi arrivati, Szoboszlai, Mac Allister e Endo, chiamati a riedificare un centrocampo smontato a pezzi, e diventati immediatamente determinanti, sconfessando tutte le teorie sulla necessita di adattamento. L’ultima esplosione in ordine di tempo, forse la più attesa di tutte, è quella di Darwin Nunez: lui, che lo scorso anno aveva forse pagato lo scotto di una valutazione economica eccessiva, in questa stagione ha disinnescato ogni blocco mentale: tanto che, nelle 12 gare giocate nel 2024, l’uruguaiano ha partecipato a 12 gol (8 reti e 4 assist).

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