Inter, Eriksen e Moses: Marotta chiude

L'ad sta limando gli ultimi dettagli per chiudere le operazioni
Inter, Eriksen e Moses: Marotta chiude© Getty Images

MILANO - L’ultima gara di Christian Eriksen col Tottenham è durata ventitré minuti, recupero compreso. José Mourinho, nonostante alla vigilia della sfida col Watford avesse garantito che il danese avrebbe giocato, l’ha mandato in panchina, segno evidente del fatto che Eriksen abbia già i bagagli pronti per volare a Milano. Forse non sarebbe nemmeno entrato, se la gara del Tottenham non fosse stato un pianto. Non è poi sfuggito il fatto che Eriksen, al fischio finale, sia andato verso lo spicchio popolato dai tifosi Spurs per salutarli (ricevendo applausi, dopo i fischi nella gara di FA Cup con il Middlesbrough). Da domani, tutte le energie saranno focalizzate per chiudere l’operazione. Beppe Marotta ha alzato ulteriormente l’offerta portandosi a 13 milioni più 2 di bonus, mentre il Tottenham è fermo su una valutazione di 20 milioni per il cartellino, nonostante Eriksen vada in scadenza a giugno.  Parallelamente Martin Schoots, procuratore del danese, dopo aver aver trovato l’accordo con l’Inter per un contratto fino al 2024 da 7,5 milioni più un altro milione e mezzo di bonus, martedì sarà ricevuto da Daniel Levy, presidente del Tottenham con l’obiettivo di ottenere il via libera all’operazione.

Protocollo Rafinha per Moses

Ma non finisce qui, perché il naufragio della trattativa per Spinazzola ha spianato la strada a un fedelissimo di Conte, ovvero Victor Moses, finito senza troppa gloria parcheggiato al Fenerbahçe. Ha giocato appena 7 partite a causa di un rosario di infortuni muscolari: per lui previsto, quando si presenterà a Milano per le visite, il “protocollo Rafinha”, con approfonditi test fisici e atletici prima del tesseramento. 

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