TORINO - Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese...
Metti mai l’Ariosto, ai giorni nostri. Per dire. tifoso della Spal, simpatizzante Juventus. O forse no. Comunque sia, intento a narrare l’epopea non già dell’Orlando, bensì d’un Ronaldo Furioso. Per onore, nel caso, più che per amore. O, al limite, per passione. Con le sue avventure e disavventure, fortune e sfortune. Vittorie (o sconfitte) in battaglia. Scatti d’ira: veri o presunti.
Ecco, appunto. Veri o presunti. Comunque tali da creare un polverone, a prescindere. Il caso-maglietta lanciata al termine di Juventus-Genoa non è che l’ultima goccia. Il Var l’avrebbe dimostrato: analisi e controanalisi, rallenty. Il lancio della maglietta c’è stato ma al mero scopo di far arrivare il “cimelio” ad un raccattappalle al margine del campo, un ragazzo delle giovanili bianconere: i frame mostrano chiaramente che prima CR7 guarda alle sue spalle, poi fa una torsione e solo a quel punto procede con il famigerato getto. Ché quel tipo di torsione verso la direzione opposta in cui cammini, non è esattamente derubricabile ad un incondizionato gesto di stizza.