TORINO - Scende la pioggia alla Continassa e il tempo dirà se l’acqua produrrà una catarsi collettiva. Domani è già Sassuolo-Juventus, la sensazione che ci sarà da soffrire è fortissima e intanto gli ex campioni d’Italia ripartono da una certezza: davanti alla panchina del Mapei Stadium resterà in piedi Andrea Pirlo. La società ha deciso e anche se ulteriori tonfi provocheranno altrettanto ulteriori voci sul futuro dell’allenatore debuttante, non sembra sia questo il caso di premunirsi di fronte agli eventi più disastrosi, come un secondo ko dopo la tripletta milanista. Il segnale lanciato dai vertici del club è chiaro: il momento dei processi arriverà, ma anche solo dare il bianco ora non gioverebbe a nessuno. Si continua con Pirlo perché il bresciano è colui che conosce più di tutti le dinamiche di un gruppo che negli ultimi due mesi s’è attorcigliato intorno alle sue utopie, alla convinzione di poter fare un passo avanti senza il rischio di compierne tre in retromarcia. I puristi della lingua italiana lo chiamano “vicolo cieco”, Oltralpe è il classico “cul-de-sac”: il senso è lo stesso.