Longoria esclusivo: "Il mio Marsiglia scuola Juve"

Il presidente dei francesi è l'ex capo scout dei bianconeri: «Mi ispiro ad Agnelli e porto all’OM la cultura del lavoro juventina»
Longoria esclusivo: "Il mio Marsiglia scuola Juve"

Un salto allo stadio Velodrome per firmare un contratto di sponsorizzazione, un blitz in aereo per una cena di lavoro a Parigi. In mezzo a una giornata intensissima, Pablo Longoria, presidente dell’Olympique Marsiglia con un passato da osservatore nella Juventus, nel Sassuolo e nell’Atalanta, ha aperto a Tuttosport le porte dell’OM e anche quelle della sua abitazione affacciata sul mar Mediterraneo. Dal balcone il panorama è mozzafiato. Il massimo dirigente dei francesi, spagnolo di nascita e italiano d’adozione, parla sei lingue (spagnolo, italiano, francese, inglese, portoghese e tedesco) e compirà 36 anni a giugno. Buongiorno presidente Longoria. Ha già pensato a quale regalo di compleanno vorrebbe condividere con il suo OM? «Mi piacerebbe che il regalo arrivasse in anticipo, cioè a maggio. Ne ho due in testa. Il Marsiglia ancora secondo in classifica e qualificato alla prossima Champions. E magari la finale di Conference League, ma prima pensiamo a battere il Feyenoord in semifinale».

Da Milik a Under, da Pau Lopez a Gerson fino a Lirola: c’è tanta Serie A nel suo Marsiglia secondo in Ligue 1. Perchè?
«Perché abbiamo un’idea precisa: mixare la forza dei francesi con il carattere latino. Nonostante quello che pensino in molti, la Serie A resta un’eccellenza per agonismo e cultura del lavoro. Quando compri un giocatore dal campionato italiano, può far meglio o peggio, ma sicuramente ha l’abitudine a giocare in mezzo alle pressioni. E questo aspetto è fondamentale per indossare una maglia storica e pesante come quella dell’OM, davanti a tifosi passionali e caldissimi come i nostri».

Lei è passato anche dalla “palestra” della Juventus: del club bianconero cosa ha portato al Marsiglia?
«Il valore più importante: la cultura del lavoro. È un qualcosa difficile da spiegare, ma che percepisci immediatamente quando lavori nella società bianconera. Alla Juventus sai che il club c’era prima di te e ci sarà anche dopo e così devi dare il massimo nel periodo in cui ci lavori».

(...) Al Tottenham c’è il suo maestro Paratici: una sua frase che non dimenticherà mai?
«“Vedere i giocatori può essere relativamente semplice, il difficile è concludere le operazioni”. Lavorare al suo fianco è stato come frequentare l’Università dell’uomo mercato. Anche da Cherubini ho imparato tanto: di Federico mi hanno sempre affscinato la visione e la capacità di lavorare a progetti sul lungo termine. Non a caso ha costruito la seconda squadra bianconera prima di diventare il ds del club. E con Vlahovic ha messo a segno un gran colpo: un segnale di forza pazzesco». (...)

L'intervista completa sull'edizione di Tuttosport

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