Conte, quel contratto in sospeso: il Tottenham vola ma lui non rinnova

Il tecnico italiano ha pienamente rilanciato gli Spurs in campionato, è in scadenza eppure continua a rimandare l'incontro del club
Conte, quel contratto in sospeso: il Tottenham vola ma lui non rinnova© Getty Images

«Chi vince scrive, chi arriva secondo ha fatto un buon campionato ma non ha fatto la storia». Se ad Antonio Conte chiedessero di sintetizzare la sua filosofia, quella che quotidianamente alimenta la sua passione per il calcio e la competizione, è assai probabile che il tecnico del Tottenham ripeterebbe queste stesse parole pronunciate qualche anno fa. Esse sono il manifesto del suo pensiero, frutto di un’idea in apparenza semplice, ma in realtà molto più complessa di quanto sembra. Per Conte, infatti, la vittoria ha le sembianze tipiche di un’ossessione, di un chiodo fisso in grado di togliergli il sonno e di bruciare le energie nervose alla velocità della legna che arde. «In carriera ho vinto tanto ma anche perso tanto. Quando perdi ti rimane dentro una cattiveria che ti porta a non voler rivivere quel momento, non vuoi avere altre cicatrici del genere», ammise qualche tempo fa. Dunque, per lui la vittoria più che ad una gioia, somiglia alla liberazione dalla paura di rivivere il suo incubo più grande, quell’unico diavolo che non è capace di esorcizzare: la sconfitta. Una filosofia diventata il suo marchio di fabbrica universalmente riconosciuto e che anche in questi primi 11 mesi alla guida degli Spurs ha trovato l’eloquente conforto dei numeri.

Una rigenerazione

Con Conte il Tottenham si è trasformato da nave sgangherata in balia delle onde e con parte dell’equipaggio pronto a fuggire, a gruppo solido, compatto e dalle idee chiarissime. Dopo 7 gare di Premier gli Spurs sono secondi in classifica a braccetto con i campioni d’Inghilterra del Man City. Sono 17 i punti conquistati da Kane e compagni: eguagliato il record stabilito nella stagione 2016-17, quando si classificarono secondi dietro al Chelsea guidato proprio da Conte. Il confronto con i numeri della prima parte della scorsa stagione, quando alla guida dei londinesi vi era Nuno Espirito Santo, conferma il grande lavoro fatto: dopo le prime 7 gare di Premier, il Tottenham aveva collezionato 12 punti, frutto di 4 vittorie e 3 sconfitte, ma soprattutto aveva realizzato solo 6 reti, subendone 10. Il Tottenham di questa stagione è, invece, ancora imbattuto in Premier, (l’unica sconfitta è arrivata in Europa, quella sì più croce che delizia per Conte), ed è il secondo migliore attacco del campionato (18 le reti realizzate), dietro solo a quello del formidabile City; ma anche la terza miglior difesa, con sole 6 reti subite. Insomma, con l’arrivo del tecnico italiano il Tottenham ha cambiato marcia e viaggia a ritmi da grande squadra.

Singoli valorizzati

Ma, a far sorridere ancor di più Fabio Paratici e i vertici del club, è il lavoro fatto sui singoli: Conte ha da una parte valorizzato i nuovi acquisti, e dall’altra fatto risorgere calciatori che sembravano ormai fuori dal progetto. Il rendimento degli ex Juve, Kulusevski e Bentancur ne è un esempio emblematico. Con la cura Conte i due sembrano aver trovato la strada per la consacrazione che in bianconero avevano perso. Ma, anche campioni come Kane e Son ne hanno beneficiato, tornando prepotentemente al centro del progetto. Basterà a vincere già in questa stagione? Secondo Conte, no: «Per essere competitivi in Premier servono almeno altre tre sessioni di mercato», ha ammesso.

Il futuro: discorsi rimandati per il rinnovo

Quello che, però, non ha precisato è se vi sarà ancora lui alla guida degli Spurs. Il suo contratto con i londinesi scade a fine giugno e lui, al momento, continua a rimandare ogni discorso relativo al rinnovo. Conte prende tempo, dunque. Ma, soprattutto, guarda interessato a tutto ciò che accade in Europa, con uno sguardo più attento alle cose italiche. Nel calcio, si sa, la mutevolezza è un fattore primario: le persone, le situazioni e le idee stesse, anche quelle in apparenza immodificabili, cambiano con costanza, aprendo spiragli talvolta impensabili. Nella sua mente, al momento, vi è una sola idea: tornare a sentire la dolce sensazione di poter vincere. In casa Tottenham, però, Daniel Levy e il suo staff non lo aspetteranno per sempre: gennaio è il termine ultimo fissato dal club.

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