Allegri non molla il Rabiot mondiale ma il rinnovo resta un’opzione difficile

Può arrivare l’offerta per averlo a gennaio ma è il cocco di Max. In Qatar si sono riaccesi i riflettori sulla mezzala che con la Francia sogna la finalissima. Adrien, in scadenza, ha ribadito che punta la Premier

TORINO - Mercoledì Adrien Rabiot si giocherà l’accesso alla finale del Mondiale con la Francia e in Qatar avrà almeno un’altra vetrina - se non due - per attirare le attenzioni degli addetti ai lavori: non che ce ne sia poi granché bisogno, perché tra le big d’Europa tutti sanno quale sia la situazione contrattuale del centrocampista della Juventus, a sei mesi e mezzo o poco più dal termine naturale del suo accordo con il club bianconero. Le intenzioni del francese non sono del tutto chiare e definite: lo spartiacque era proprio il Mondiale, che avrebbe dovuto mettere in mostra le qualità del giocatore nella scia di quanto di buono fatto con la Juventus nell’ultimo mese e mezzo prima della sosta. E così in effetti sta andando: Massimiliano Allegri riavrà a disposizione un Rabiot galvanizzato dall’esperienza in Qatar, comunque andrà a finire. Ma un Rabiot comunque in scadenza di contratto: dunque la sua situazione sarà da gestire sotto il profilo societario per compiere la scelta migliore per tutti. Le possibilità che la Juventus e Veronique Rabiot, madre-agente del calciatore, possano mettersi d’accordo per il rinnovo del contratto sono inversamente proporzionali ai successi della Francia: la speranza diminuisce perché le pretese del francese, che ha già lanciato l’amo alla Premier League pubblicamente, a livello contrattuale saliranno e la Juventus, dall’altra parte, sta portando avanti una politica di contenimento dei costi che prevede anche la riduzione del monte ingaggi. E infatti gli ultimi rinnovi sono andati tutti nella stessa direzione: abbracciare il progetto bianconero rinunciando a qualcosa.

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La strategia della Juve per la sessione di mercato di gennaio

Difficile, ora come ora, che Rabiot possa intraprendere questa strada, anche se dalle parti della Continassa non si è del tutto persa la fiducia e dall’altra parte l’entourage del giocatore non ha mai del tutto chiuso la porta. Finora la strategia a centrocampo per gennaio prevedeva questa idea: in un settore che ritrova Paul Pogba e che diventerebbe affollato, Weston McKennie è l’indiziato numero uno per essere sacrificato sul mercato invernale con l’intenzione di reinvestire le risorse per un laterale (possibilmente destro o che sappia disimpegnarsi su due corsie). Ma c’è un’altra via e la Juventus ne sta studiando la fattibilità: cedere Rabiot a gennaio, di fatto portando a termine quello che non era riuscito nei giorni di Ferragosto. Allora era stato il Manchester United a mettere sul piatto un’offerta da 20 milioni (più 2 di bonus) per il club bianconero, pronto a quel punto a vendere un giocatore funzionale al progetto tecnico, ma che avrebbe rischiato di perdere a zero dopo qualche mese.

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Rabiot non ha fretta di andare via subito

Ora la situazione può riproporsi, ma non con lo United e nemmeno per la stessa cifra: la Juventus tuttavia potrebbe accontentarsi della metà o poco più per la cessione del francese. Ma ci sono due ostacoli a questa situazione di mercato. La prima riguarda lo stesso Rabiot, che non spinge per andarsene adesso e non ha fretta di trovare una sistemazione: la mamma-agente Veronique preferirebbe trattare il futuro professionale del figlio da svincolato, con l’idea di strappare uno stipendio più elevato (dunque quanto più vicino ai 10 milioni che già venivano ventilati in estate). Lo stesso Adrien non ha mai fatto mistero del fatto che alla Juventus si trovi bene e non ha perciò l’urgenza di trovare un’altra sistemazione. E poi c’è all’interno un altro “sponsor” che non vorrebbe privarsi del centrocampista a stagione in corso: è Allegri, proprio lui, che ha sempre difeso Rabiot anche nei momenti meno brillanti. Prima di cedere il francese a gennaio bisognerebbe dunque vedersela con l’allenatore livornese, che considera l’ex Psg nodale per dare l’assalto alla zona Champions in campionato (e perché no alle speranze di scudetto, per quanto l’impresa possa sembrare complicata) e all’Europa League. Come spesso capita sul mercato, saranno le opportunità a dettare la linea e a condizionare le scelte, di una parte come dell’altra.

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TORINO - Mercoledì Adrien Rabiot si giocherà l’accesso alla finale del Mondiale con la Francia e in Qatar avrà almeno un’altra vetrina - se non due - per attirare le attenzioni degli addetti ai lavori: non che ce ne sia poi granché bisogno, perché tra le big d’Europa tutti sanno quale sia la situazione contrattuale del centrocampista della Juventus, a sei mesi e mezzo o poco più dal termine naturale del suo accordo con il club bianconero. Le intenzioni del francese non sono del tutto chiare e definite: lo spartiacque era proprio il Mondiale, che avrebbe dovuto mettere in mostra le qualità del giocatore nella scia di quanto di buono fatto con la Juventus nell’ultimo mese e mezzo prima della sosta. E così in effetti sta andando: Massimiliano Allegri riavrà a disposizione un Rabiot galvanizzato dall’esperienza in Qatar, comunque andrà a finire. Ma un Rabiot comunque in scadenza di contratto: dunque la sua situazione sarà da gestire sotto il profilo societario per compiere la scelta migliore per tutti. Le possibilità che la Juventus e Veronique Rabiot, madre-agente del calciatore, possano mettersi d’accordo per il rinnovo del contratto sono inversamente proporzionali ai successi della Francia: la speranza diminuisce perché le pretese del francese, che ha già lanciato l’amo alla Premier League pubblicamente, a livello contrattuale saliranno e la Juventus, dall’altra parte, sta portando avanti una politica di contenimento dei costi che prevede anche la riduzione del monte ingaggi. E infatti gli ultimi rinnovi sono andati tutti nella stessa direzione: abbracciare il progetto bianconero rinunciando a qualcosa.

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