Torino, l’intrigo dei riscatti: sono 4 per 35 milioni. E Miranchuk ha ben 2 clausole pro Atalanta!

Il club nerazzurro tutelato non solo da uno, ma da un doppio diritto di prolungamento. Radonjic: granata obbligati a pagare. Vlasic da acquistare. Il russo e Lazaro in bilico
Torino, l’intrigo dei riscatti: sono 4 per 35 milioni. E Miranchuk ha ben 2 clausole pro Atalanta!© /Ag. Aldo Liverani Sas

TORINO - Quattro giocatori in ballo: tre prestiti con diritto di riscatto, più uno con obbligo. Miranchuk, 27 anni, trequartista con doti anche da mezzala, preso in prestito con diritto dall’Atalanta (cifra prefissata: 12 milioni); Vlasic, 25 anni, jolly offensivo, in prestito con diritto dal West Ham (15 milioni); Lazaro, 26 anni, esterno difensivo di spinta, in prestito con diritto dall’Inter (6 milioni); Radonjic, anche lui 26enne, in prestito dall’Olympique Marsiglia, ma con un obbligo di riscatto condizionato alle presenze (scatterà all’inizio del girone di ritorno: 2 milioni). Il tutto per un totale di 35 milioni. Ed è dura pensare che a fine stagione, Radonjic a parte, Cairo disponga un riscatto dopo l’altro, arrivando a investire cotanta cifra.

Dei tre giocatori formalmente in bilico, cioè con un diritto e non un obbligo, è Vlasic a essere chiaramente il più corteggiato: il «pitbull» di Juric, come lui croato, protagonista ai Mondiali e domani impegnato nella finale per il terzo posto contro il Marocco. Di tornare al West Ham, dove era finito ai margini nonostante fosse stato acquistato appena un anno e mezzo fa per circa 26 milioni di euro più 4 di bonus, non ha nessuna intenzione. Juric lo aveva fortemente voluto in estate, con Ivan è rinato, a Torino ha ritrovato un impiego costante, un ruolo da protagonista indiscusso (neanche una partita saltata: 14 su 15 da titolare, dopo l’ingresso a gara in corso nella prima giornata contro il Monza; 4 reti segnate più 2 assist gol). Le 5 presenze in Qatar hanno ulteriormente arricchito il suo biglietto da visita. Oggi come oggi, una sua valutazione può già ampiamente superare i 25 milioni sul mercato internazionale. Stando così le cose, e immaginando un buon rendimento anche nel girone di ritorno, per Cairo sarebbe un affare acquistarlo per una quindicina di milioni. E il suo ingaggio sarebbe anche, strategicamente, una mossa doppiamente apprezzabile da Juric, nell’equilibrio dei rapporti tra il tecnico e i vertici societari. Tra gennaio e l’inizio della primavera i nodi verranno al pettine, per Vlasic: nodi da slegare con determinazione e rapidità, ci si può augurare.

Per Lazaro, invece, la partita con l’Inter può essere meglio giocata nell’ottica di conquistare o uno sconto sul diritto di riscatto (da 6 a 4 milioni, nelle speranza granata) o addirittura un rinnovo del prestito per un altro anno (la soluzione più caldeggiabile da Vagnati, nel caso), con però il contestuale allungamento del contratto dell’esterno con i nerazzurri dal 2024 al 2025. I buoni rapporti tra Cairo e Marotta possono favorire l’emersione di un’intesa, unitamente al fatto che l’austriaco non fa parte dei progetti futuri dell’Inter (anche lui è risorto a Torino, dopo anni di delusioni a Milano o in prestito tra Germania e Portogallo).

Infine, Miranchuk: elemento indubbiamente utile tatticamente anche come raccordo tra centrocampo e attacco, ma probabilmente il più in bilico di tutti, al momento. Ipotizzare che Cairo a fine stagione spenda 29 milioni in un colpo solo per acquistare sia Vlasic, sia il russo sia Radonjic va probabilmente annoverato nella cesta dei periodi ipotetici del secondo tipo. Altrettanto improbo è ipotizzare fin d’ora che l’Atalanta presti nuovamente il giocatore (al massimo si potrebbe immaginare un nuovo affitto, però con obbligo di riscatto dopo 12 mesi). Intanto, dopo quanto rivelato ieri (il diritto unilaterale a favore dei bergamaschi di prolungargli il contratto sino al ‘26, dunque oltre la scadenza attuale del ‘24), si scopre ora che le clausole firmate dal russo a inizio agosto prima di trasferirsi a Torino erano state ben due, non solo una. La prima prevede un diritto unilaterale per la Dea di prolungamento del contratto sino al ‘25; la seconda, appunto sino al ‘26. In questa maniera l’Atalanta si è tutelata a 360 gradi, con la chance di affrontare qualunque tipo di trattativa nelle prossime tre estati, modulando alla bisogna l’accensione di quei due distinti diritti di prolungamento. Per il Torino, automaticamente, diminuisce la libertà di movimento che da fuori si poteva immaginare quando il club granata annunciò l’arrivo in prestito del russo.

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