Pagina 2 | Mbappé, Vlahovic, l'Arabia e la rabbia di Al Khelaifi: il domino e la Juve

Se effetto domina sarà, molto difficilmente il primo tassello a cadere sarà quello di Kylian Mbappé. A meno che, proprio come il Real Madrid, anche gli altri top team non abbiano fretta di risolvere il proprio rebus offensivo.

Prova ne sia che Carlo Ancelotti sta provando un nuovo schema di gioco (4-3-1-2) proprio perché dalla Casa blanca gli hanno fatto capire che non forzeranno i tempi del trasferimento al Santiago Bernabéu del fuoriclasse francese che Florentino Pérez ha fissato per l'anno prossimo.

Mbappé e il Real Madrid

L'arrivo di Mbappé a Madrid è una sorta di segreto di Pulcinella: tutti sanno che sarà merengue, resta solo da capire da quando. Ed è proprio questo più o meno tacito accordo tra il fenomeno di Bondy e il presidente galáctico che ha fatto infuriare Nasser Al Khelaifi che, dopo aver perso le speranze di trattenerlo al Parco dei Principi, ha un unico obiettivo: sabotare il suo sbarco a Madrid.

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Mbappé e l'offerta dall'Arabia

Nascono proprio così le voci sull'offerta record da 300 milioni di euro dell'Al Hilal che il "Psg ha accettato". Ci mancava solo che non accettasse. Una non notizia che ha fatto il giro del mondo, nonostante Mbappé non abbia intenzione di trasferirsi in Arabia Saudita, nemmeno per i 700 milioni in tre stagioni che il club di Riad sarebbe disposto a versare sul suo conto corrente. Sempre ieri, alle stonate sirene arabe hanno fatto il paio, poche ore dopo, quelle altrettanto stridenti provenienti dai quattro angoli del vecchio continente. E così, secondo l'Equipe, Tottenham, Inter, Barcellona e un altro paio di top team sarebbero interessati al suo ingaggio e che il club blaugrana starebbe già trattando. Speculazione che la stessa società catalana ci ha tenuto ufficiosamente a smentire affermando che «si tratta di una manovra del Psg per innervosire il Real Madrid».

Il caso Mbappé al Psg

Don Florentino, però, per sua stessa ammissione è «tranquillo» a differenza di Al Khelaifi che, però, non ha nessuna voglia di fare la figura dello zimbello: «O rinnova o va via, non possiamo perdere gratis il miglior calciatore al mondo». Per evitarlo, il numero uno del Psg lo ha lasciato a terra, escludendolo dalla tournée in Asia. Anche lui, tuttavia, sarà costretto a rispettare la legge. Glielo ha ricordato il sindacato francese dei calciatori (Unfp) che dopo aver utilizzato per primo la parola "mobbing" ha affondato il colpo. Anche perché, la prossima estate, la Nazionale francese si gioca gli Europei e le Olimpiadi (in casa) e non esiste che il proprio capitano possa arrivare a due appuntamenti così importanti dopo aver passato un anno intero in tribuna: «Mbappé deve potersi allenare normalmente e la società sarebbe costretta a farlo giocare perché altrimenti potrebbe verificarsi una violazione: diventerebbe illegale in termini di diritto del lavoro - ha assicurato a Rmc il presidente dell'Unfp, Philippe Piat - Ci sono sanzioni se un giocatore viene messo da parte per motivi non sportivi. Finché si tratta di qualcuno poco conosciuto, si può far credere che non sia in forma. Se parliamo invece del miglior giocatore del mondo, diventa difficile non pensare che sia una punizione».

 

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Psg-Mbappé, battaglia lunga

Ed è per tutte queste ragioni che la battaglia (che potrebbe, quindi, arrivare anche in tribunale) si annuncia lunga. Lunghissima, se il Psg non farà un passo indietro e non dimezzerà le proprie pretese (200 milioni). Solo in quel caso il Real Madrid potrebbe accettare di anticipare i tempi, perché 100-120 milioni, uno come Mbappé, in un anno, te li fa guadagnare. A quel punto, il Psg - che risparmierebbe anche 40 milioni di bonus fedeltà - avrebbe un bel tesoretto da investire in un paio di crack.

Mbappé, l'effetto domino e Vlahovic

E sarebbe proprio in quel momento che, se non è già accaduto, che potrebbe scatenarsi l’effetto domino con Al Khelaifi che proverebbe a portare Victor Osimhen a Parigi o, se fosse ancora in tempo, a soffiare Harry Kane al Bayern Monaco che, se dovesse perdere l’uragano inglese, virerebbe su Dusan Vlahovic. Centravanti bianconero che, dalla sua, potrebbe invece rientrare nel radar del Real Madrid, ma soltanto nel caso in cui Mbappé dovesse tradire di nuovo Florentino Pérez. E la verità è che, questa volta sembra altamente improbabile che succeda.

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Mbappé e l'offerta dall'Arabia

Nascono proprio così le voci sull'offerta record da 300 milioni di euro dell'Al Hilal che il "Psg ha accettato". Ci mancava solo che non accettasse. Una non notizia che ha fatto il giro del mondo, nonostante Mbappé non abbia intenzione di trasferirsi in Arabia Saudita, nemmeno per i 700 milioni in tre stagioni che il club di Riad sarebbe disposto a versare sul suo conto corrente. Sempre ieri, alle stonate sirene arabe hanno fatto il paio, poche ore dopo, quelle altrettanto stridenti provenienti dai quattro angoli del vecchio continente. E così, secondo l'Equipe, Tottenham, Inter, Barcellona e un altro paio di top team sarebbero interessati al suo ingaggio e che il club blaugrana starebbe già trattando. Speculazione che la stessa società catalana ci ha tenuto ufficiosamente a smentire affermando che «si tratta di una manovra del Psg per innervosire il Real Madrid».

Il caso Mbappé al Psg

Don Florentino, però, per sua stessa ammissione è «tranquillo» a differenza di Al Khelaifi che, però, non ha nessuna voglia di fare la figura dello zimbello: «O rinnova o va via, non possiamo perdere gratis il miglior calciatore al mondo». Per evitarlo, il numero uno del Psg lo ha lasciato a terra, escludendolo dalla tournée in Asia. Anche lui, tuttavia, sarà costretto a rispettare la legge. Glielo ha ricordato il sindacato francese dei calciatori (Unfp) che dopo aver utilizzato per primo la parola "mobbing" ha affondato il colpo. Anche perché, la prossima estate, la Nazionale francese si gioca gli Europei e le Olimpiadi (in casa) e non esiste che il proprio capitano possa arrivare a due appuntamenti così importanti dopo aver passato un anno intero in tribuna: «Mbappé deve potersi allenare normalmente e la società sarebbe costretta a farlo giocare perché altrimenti potrebbe verificarsi una violazione: diventerebbe illegale in termini di diritto del lavoro - ha assicurato a Rmc il presidente dell'Unfp, Philippe Piat - Ci sono sanzioni se un giocatore viene messo da parte per motivi non sportivi. Finché si tratta di qualcuno poco conosciuto, si può far credere che non sia in forma. Se parliamo invece del miglior giocatore del mondo, diventa difficile non pensare che sia una punizione».

 

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