MILANO - Tomas Palacios oggi - se non ci saranno ulteriori slittamenti - firmerà il contratto quinquennale con l’Inter. Il 21enne difensore argentino ieri ha svolto le visite mediche di rito e attende solo il via libera per presentarsi in sede e apporre il suo autografo (i tre club in ballo, quello nerazzurro, il Talleres di Cordoba e Indipendiente de Rivadavia, devono risolvere le ultime questioni burocratiche). Non sarà subito titolare, dovrà conoscere le richieste del calcio di Inzaghi e convincerlo, come fece Bisseck dodici mesi fa, di poter essere una valida alternativa ai big, in questo caso Bastoni. Ma Palacios rappresenta qualcosa in più di un semplice rinforzo dell’ultim’ora, una “toppa” per rimpiazzare nella rosa l’infortunato Buchanan. L’argentino è una sorta di simbolo del nuovo corso iniziato da Oaktree, ovvero il fondo americano che da fine giugno è diventato proprietario dell’Inter al posto di Zhang.
Oaktree: obiettivo svecchiamento
Oaktree ha chiesto alla dirigenza sportiva - Marotta, diventato proprio con gli statunitensi presidente, il ds Ausilio e il suo vice Baccin - di iniziare un’opera di svecchiamento dell’organico campione d’Italia, il più "anziano" della Seria A con i suoi 28 anni di media, e di mettere nel mirino più elementi giovani di prospettiva che big dall’usato sicuro, con costi però più alti e difficilmente rivendibili in futuro. L’esempio su quale sia la linea della nuova proprietà la si è avuta proprio nella gestione della sostituzione di Buchanan. Una volta che Inzaghi e i dirigenti hanno scelto di cercare un vice-Bastoni, riportando Carlos Augusto sulla corsia mancina, sono stati valutati i nomi di alcuni svincolati come Hermoso e Ricardo Rodriguez. Soluzioni gradite al tecnico, per qualità ed esperienza internazionale, ma stoppati da Oaktree per costi ed età (29 anni lo spagnolo, 32 lo svizzero). Gli uomini mercato hanno così cominciato a vagliare profili più giovani e la scelta alla fine è caduta su Palacios.
Se Oaktree fosse stata in sella già nei mesi scorsi, forse non sarebbero arrivati Zielinski o Taremi a zero, ma i dirigenti avrebbero potuto però operare in maniera diversa sul mercato. Palacios è un esempio, ma anche Josep Martinez lo è, con l’Inter che in poco tempo ha chiuso col Genoa con la formula dell’acquisto a titolo definitivo con una spesa non banale di 13.5 milioni più 2 di bonus. Il portiere ha 26 anni e rientra quindi fra i parametri della proprietà che avrebbe avallato anche un investimento più importante in attacco se nel corso dell’estate fossero usciti Correa e Arnautovic. A quel punto Oaktree avrebbe dato il via libera per un acquisto “vero” (non Gudmundsson la cui vicenda giudiziaria ha condizionato tutti i ragionamenti), dunque non un prestito per tappare il buco. E la stessa cosa, se il Napoli non avesse bruciato tutti sul tempo, sarebbe accaduta con Buongiorno: se durante l’estate fosse stato ceduto De Vrij, gli americani probabilmente avrebbero dato l’ok all’investimento su Buongiorno (25 anni). E così sarà anche in futuro.