Buchanan stroncato dall'ex leggenda Bruges: "Macché Perisic, con quel carattere..."

Intervista a Gert Verheyen sull'obiettivo di mercato dell'Inter: "Potrà diventare più forte. Però dovrà diventare anche più continuo"

MILANO - Gert Verheyen, storica bandiera del Bruges e secondo marcature di tutti i tempi della squadra belga, avverte l’Inter: «Buchanan è un talento, con qualche problema (ride, ndr) e uno strano carattere, almeno sul campo di gioco».

Cosa vuol dire?
«Quando era arrivato al Bruges era la classica ala, destra o sinistra, da uno contro uno, capace di fornire più assist. Poi le circostanze lo hanno portato a giocare da terzino destro. Per me non è un giocatore difensivo e per questo non può ricoprire quel ruolo. Può giocare lì in una squadra dominante, dove non deve difendere molto».

Nell’Inter verrebbe schierato da quinto.
«Probabilmente è una posizione migliore per lui e per il suo modo di giocare. Se guardiamo le statistiche non sono molto brillanti (in 20 presenze stagionali ha segnato 3 gol e fornito 4 assist in 20 partite, ndr). Però è un giocatore che si fa notare, velocissimo, dinamico».

Un aspetto importante.
«Pensi che qui non è l'uomo più importante della squadra. Lo stesso vale per la sua nazionale, il Canada. Si perde in discussioni inutili con gli arbitri. Protesta. Litiga con gli avversari, si arrabbia se subisce troppi falli. Mi sembra quasi abbia perso la capacità del godersi la partita. Ha troppo spesso la faccia arrabbiata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA



Magari a Milano gli tornerà il sorriso.
«Resta un buon giocatore. Sicuramente potrà migliorare».

Potrà ripercorrere le ombre di Perisic, visto che anche il croato aveva giocato in Belgio?
«Perisic era più forte, più completo. Certo, non possiamo sapere da qui a due-tre anni quanto Buchanan possa migliorare. Ma se i tifosi dell’Inter si aspettano un giocatore come Perisic, si sbagliano di grosso. E rimarranno delusi».

Anche di Dumfries si dicevano le stesse cose. Poi ha lavorato con Inzaghi ed è migliorato parecchio.
«Ovviamente è una possibilità. Buchanan ha l’età per farlo e all’Inter potrà diventare più forte. Però dovrà diventare anche più continuo. Qui ha mostrato un livello alto per una o due partite. Poi ha toppato la gara seguente. E così via: un po’ bene e ancora male. Non ha mai tenuto un livello alto costante per 5 o 6 mesi».

L’avventura di Buchanan in Belgio sembra sia terminata.
«Sì, anche perché non sta nemmeno più giocando. Non vogliono prendere rischi per eventuali infortuni, da noi si dice sia fuori proprio per motivi legati al mercato».

Manca l'accordo totale tra le società.
«Se io fossi nell’Inter non arriverei a 10-12 milioni, sarebbe troppo. 7-8 milioni è il prezzo giusto. Buchanan era un calciatore migliore nella scorsa stagione».


Per quale motivo?
«Non penso sia felice di giocare terzino: se ti consideri un calciatore d’attacco, non sei felice di giocare in difesa».

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MILANO - Gert Verheyen, storica bandiera del Bruges e secondo marcature di tutti i tempi della squadra belga, avverte l’Inter: «Buchanan è un talento, con qualche problema (ride, ndr) e uno strano carattere, almeno sul campo di gioco».

Cosa vuol dire?
«Quando era arrivato al Bruges era la classica ala, destra o sinistra, da uno contro uno, capace di fornire più assist. Poi le circostanze lo hanno portato a giocare da terzino destro. Per me non è un giocatore difensivo e per questo non può ricoprire quel ruolo. Può giocare lì in una squadra dominante, dove non deve difendere molto».

Nell’Inter verrebbe schierato da quinto.
«Probabilmente è una posizione migliore per lui e per il suo modo di giocare. Se guardiamo le statistiche non sono molto brillanti (in 20 presenze stagionali ha segnato 3 gol e fornito 4 assist in 20 partite, ndr). Però è un giocatore che si fa notare, velocissimo, dinamico».

Un aspetto importante.
«Pensi che qui non è l'uomo più importante della squadra. Lo stesso vale per la sua nazionale, il Canada. Si perde in discussioni inutili con gli arbitri. Protesta. Litiga con gli avversari, si arrabbia se subisce troppi falli. Mi sembra quasi abbia perso la capacità del godersi la partita. Ha troppo spesso la faccia arrabbiata».

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