Juventus, centrocampo in bilico: due certezze e tanti dubbi

Come può cambiare la mediana bianconera in vista delle prossime sessioni di mercato

TORINO - Un intero reparto sotto osservazione. La lente d’ingrandimento, d’altronde, è puntata sul centrocampo della Juventus più o meno dall’estate del 2015, quella delle cessioni di Pirlo e Vidal dopo la finale di Berlino. E i giorni attuali non fanno certo eccezione. Volgendo lo sguardo all’orizzonte, verso gennaio così come a giugno, risalta come siano poche – da Rabiot in giù – le granitiche certezze della mediana bianconera. Una, un po’ paradossalmente, è rappresentata da Pogba. Il francese, tra infortuni e scelte infelici, non ha ancora visto il campo, ma l’investimento prodotto alla Continassa per riportarlo a casa dopo l’esperienza a Manchester – un quadriennale intorno agli 8 milioni a stagione – lo blinda naturalmente al progetto futuro. Così come appare saldamente legato al filo del discorso bianconero anche il giovane Miretti, elemento che Allegri non soltanto apprezza, ma che – al saldo della recente flessione – utilizza anche senza indugi. I punti fermi, però, si ultimano qui.

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Tutti i dubbi sul centrocampo Juve

Perché non è del tutto nitido il domani di Paredes, appeso a un diritto o a un dovere di riscatto a seconda del raggiungimento di determinati risultati sportivi, ma in ogni caso lontano dal ruolo di leader in regia (meno di 90’ in campo nelle ultime tre gare) che era stato pensato per lui in estate. E non lo è nemmeno quello di Locatelli, acquisto a lungo termine però ancora in cerca di un’identità tattica definitiva. Anche perché l’azzurro, in caso di necessità o di opportunità, è uno dei giocatori con più mercato, al pari di quel McKennie che pur Allegri impiega con continuità. E poi c’è Fagioli, per cui le porte di un nuovo prestito potrebbero aprirsi già a breve: il 21enne ha convinto in ritiro, ma finora ha visto il campo con il binocolo (59’ complessivi). In prospettiva, poi, diversi profili torneranno alla base dopo un prestito, che questo scenario si concretizzi a gennaio o a giugno. E, per lo più, si tratterà di delicate patate bollenti per la Juventus. Zakaria a oggi non ha ancora celebrato l’esordio con il Chelsea, mai considerato né da Tuchel né da Potter («Ma non abbiamo ancora deciso sul suo futuro», le sue parole): improbabile che scatti il riscatto a 28 milioni più bonus. Ancora più alto (37,5 milioni) quello fissato per Arthur con il Liverpool, lì dove il brasiliano è stato impiegato con l’Under 21 fin quando si è procurato un grave infortunio muscolare che lo terrà ai box per circa quattro mesi. Differente, invece, il discorso Rovella: il 2001 a Monza è imprescindibile e rappresenta una seria opzione per la Juventus del 2023.

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TORINO - Un intero reparto sotto osservazione. La lente d’ingrandimento, d’altronde, è puntata sul centrocampo della Juventus più o meno dall’estate del 2015, quella delle cessioni di Pirlo e Vidal dopo la finale di Berlino. E i giorni attuali non fanno certo eccezione. Volgendo lo sguardo all’orizzonte, verso gennaio così come a giugno, risalta come siano poche – da Rabiot in giù – le granitiche certezze della mediana bianconera. Una, un po’ paradossalmente, è rappresentata da Pogba. Il francese, tra infortuni e scelte infelici, non ha ancora visto il campo, ma l’investimento prodotto alla Continassa per riportarlo a casa dopo l’esperienza a Manchester – un quadriennale intorno agli 8 milioni a stagione – lo blinda naturalmente al progetto futuro. Così come appare saldamente legato al filo del discorso bianconero anche il giovane Miretti, elemento che Allegri non soltanto apprezza, ma che – al saldo della recente flessione – utilizza anche senza indugi. I punti fermi, però, si ultimano qui.

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