Damiani: “Juve, con Weah ritorni a volare. Può essere il nuovo Cuadrado”

L'agente di George Weah ed esperto di calcio francese: "Come il colombiano, sa giocare da ala o più indietro. L’abilità nell’uno contro uno è la sua dote migliore. Predilige la fascia destra, ma gioca anche a sinistra"

Dici Weah e pensi a Big George, nel 1995 primo calciatore africano a vincere il Pallone d’Oro, centravanti di Paris Saint-Germain e Milan dotato di potenza, velocità e tecnica straordinarie. Suo figlio Timothy, vicinissimo al trasferimento dal Lilla alla Juventus, è un giocatore diverso, a cominciare dal ruolo. Abbiamo chiesto di descriverlo a Oscar Damiani, ex ala, tra le altre, di Juve e Milan, grande conoscitore del calcio francese, e che di George Weah era stato l’agente. "Intanto Timothy non assomiglia al papà, da un punto di vista calcistico. Il papà era un centravanti che faceva tanti gol, veloce e potente. Lui non ha una grande fisicità, però è molto rapido e molto tecnico, bravo nell’uno contro uno. È un’ala che ultimamente è stata adattata a giocare anche un po’ più indietro, quasi da esterno a tutta fascia. È comunque un giocatore con buonissime qualità tecniche, rapido. Non ha grande forza atletica e non essendo un gigante non è molto forte nel gioco aereo".

Ha citato il suo recente impiego in posizione un po’ più arretrata: qual è il suo ruolo ideale?

"Sì, non segnando molti gol, ma essendo veloce, ultimamente è nel Lilla è stato fatto partire da posizione un po’ più arretrata e lui si è dato da fare. Un po’ quello che è successo a Cuadrado. Il colombiano si è adattato bene anche nella fase difensiva, Timothy di recente non l’ho visto: io personalmente lo vedo in posizione un po’ più avanzata, da ala, ma evidentemente è tatticamente intelligente e può giocare anche più indietro".

Da un punto di vista tecnico che giocatore è?

"È rapido, veloce e ha una bella tecnica sia con il destro, che è il suo piede preferito, sia con il sinistro. È proprio un giocatore tecnico, questa è la definizione più calzante. Oltre che molto agile e molto rapido. Un buonissimo giocatore. E decisamente bravo nell’uno contro uno, gli manca solo un po’ di prestanza fisica... Da questo punto di vista non è Marcus Thuram, ecco, per citare un altro figlio d’arte di cui si parla molto".

La fascia ideale?

"Può giocare sia a destra che a sinistra. Lo vedo più a destra, ma può adattarsi bene anche a sinistra, rientrando sul piede migliore per calciare".

Della sua adattabilità al calcio italiano che ne pensa?

"La Serie A non sarà il campionato più bello o più affascinante, ma tatticamente è di sicuro il più difficile e il più completo. Da questo punto di vista si dovrà abituare un po’ al nostro modo di giocare, dove c’è un po’ meno libertà e più attenzione alle consegne tattiche rispetto al campionato francese".

Parlando della sua evoluzione tattica ha citato Cuadrado. La Juve pensa a Thimoty Weah proprio come erede del colombiano: può essere il giocatore adatto?

"Sì, penso che possa essere l’uomo giusto. Poi ripeto, dovrà adattarsi un po’ a un campionato tattico come il nostro, dove si è molto attenti alla fase difensiva: su questo aspetto dovrà sicuramente lavorare in allenamento con lo staff tecnico bianconero".

Come ragazzo che tipo è?

"Personalmente ho conosciuto bene George, ma non lui. Però viene da una famiglia di alto livello, quindi credo abbia la giusta educazione e la capacità di inserirsi in un nuovo contesto. Sicuramente è un ragazzo per bene e anche di ottimo livello culturale".

La sua dote migliore?

"Penso siano l’agilità e la rapidità nell’uno contro uno".

E l’aspetto in cui deve migliorare?

"A quello penserà Allegri...".

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