La Juventus si affaccia alla prima sessione di mercato d.C. – non già dopo Cristo, bensì dopo Crescita, inteso come il decreto – senza ansie. Certo: cammin facendo, in un girone d’andata persino esaltante, il centrocampo bianconero ha perso per strada prima Pogba e poi Fagioli. Ma non per questo il tandem Giuntoli-Manna si presenta ai nastri di partenza della finestra con l’acqua alla gola. Anzi. Il vero timore di Allegri, ben prima di individuare l’innesto ideale per alzare la qualità in mezzo al campo, è quello di non andare a intaccare equilibri ed armonie di spogliatoio, finalmente ritrovate dopo un paio di stagioni con alti e bassi. Riflessioni in corso, insomma, con il club in ogni caso pronto a sfruttare occasioni e opportunità, valori “morali” permettendo.
Detto che i riflettori sono puntati, innanzitutto, su una linea mediana numericamente poco abbondante e qualitativamente spoglia di elementi dalla giocata decisiva negli ultimi 25 metri, il nome in maggiore ascesa è quello di Pierre-Emile Hojbjerg, di cui il Tottenham sarebbe disposto a privarsi a fronte di un’offerta ritenuta congrua. E questo è il punto nodale del mercato di gennaio, dal momento che i bianconeri sono nel pieno di un periodo di razionalizzazione di costi e spese.
Mercato Juve, l'ipotesi Kalvin Phillips
Una soluzione come quella che potrebbe portare a Kalvin Phillips, che il Manchester City cederebbe in prestito e pure concorrendo in parte al pagamento dell’ingaggio, rappresenterebbe un incastro più agevole nel domino invernale, ma il mediano inglese non è ritenuto dallo staff tecnico l’innesto giusto per caratteristiche. Più apprezzato un profilo come quello del danese degli Spurs, appunto, ma per mettere le mani su un giocatore valutato circa 30 milioni servirebbe una corposa cessione per rimpinguare il “tesoretto” a disposizione. E qui potrebbe nascere l’incastro risolutivo.