Torino, Sivebaek: “Warming è ok: ora Bardghji!

L'ex campione oggi agente: “Il danese è veloce e ha un bel passo pure con la palla. Io consiglio un ragazzino del Copenaghen…”
Torino, Sivebaek: “Warming è ok: ora Bardghji!© LAPRESSE

TORINO - Finalmente Warming. Dopo i pochi secondi accumulati contro il Napoli a ottobre e la manciata di minuti nella formazione sperimentale che ha sfidato la Sampdoria in Coppa Italia la scorsa settimana, l'acquisto più misterioso dell'ultima sessione di mercato del Torino ha iniziato mercoledì sera a San Siro a svelare le sue carte. Destando, tutto sommato e per quanto possibile, una discreta impressione. Nonostante sia stato schierato da prima punta, quindi in una posizione poco congeniale per un'ala come lui. Nonostante abbia dovuto fare a sportellate con la retroguardia dell'Inter, non proprio la più morbida del novero. E nonostante la sensazione che, con il suo impiego, Juric abbia voluto – anche, se non soprattutto – lanciare dei chiari messaggi: a Zaza, rimasto in panchina per 90', e alla società, in vista della finestra acquisti di gennaio. «Ma Magnus è un profilo interessante, che negli anni al Lyngby ha dimostrato di poter diventare un giocatore vero: in Danimarca si parla di lui da parecchio tempo, anche se ha solo 21 anni», racconta John Sivebaek, oggi procuratore internazionale. Uno che il calcio vero l'ha vissuto da grande protagonista, passando di diritto alla storia come uno degli eroi della Danimarca sul trono d'Europa nel 1992. E uno che ha assaporato anche il pallone in Italia, con due stagioni al Pescara dopo aver indossato le maglie di Manchester United e Monaco.

John Sivebaek, cosa l'ha colpita maggiormente di Warming in questi anni?

«La velocità e il passo, anche con il pallone tra i piedi. Ha bisogno di crescere e di adattarsi al calcio italiano, ma sono convinto che possa avere davanti a sé una buona carriera. Però serve del tempo, non ci si può aspettare tutto e subito».

L'ideale sarebbe vederlo all'opera con continuità in prestito, magari già a gennaio?

«Non per forza, non è detto che per maturare debba giocare titolare tutte le settimane. Ma, certo, per progredire nel suo percorso ha bisogno di vedere il campo almeno ogni tanto».

Quali sono, al contrario, i suoi punti deboli?

«Nel contesto del calcio italiano, che è profondamente differente da quello danese, gli manca sicuramente un po' di fisicità. L'Italia è un bel Paese, in cui si vive bene e si mangia anche meglio, però vi assicuro che arrivando dalla Danimarca il salto è importante. Ma serve per completarsi, per acquisire attitudine e mentalità nuove. Gli esempi positivi di chi si sta gradualmente imponendo anche in Serie A, in fondo, non mancano».

Chi le viene in mente?

«Kjaer in patria è un'istituzione, ma penso anche a giovani come Skov Olsen e Damsgaard. O a chi in Italia ha completato il proprio processo di crescita, come Stryger Larsen».

Guardiamo oltre: chi sarà il prossimo Warming?

«Il campionato danese sta mettendo in mostra tanti giovani interessanti, ma se guardo ai primi mesi di questa stagione devo sicuramente indicare Roony Bardghji: ha appena 16 anni, ma ha già giocato e segnato con la maglia del Copenhagen. È uno svedese di grande talento, dal sicuro avvenire: lo consiglio al Torino, prima che possa finire nelle mani di qualche big del calcio europeo. E poi...».

Poi?

«Negli scorsi giorni ho portato a Torino in prova Oliver Svendsen, un terzino destro del 2004 che milita nell’Esbjerg (notizia riportata da Tuttosport, ndr): si è allenato con l’Under 19 e con l’Under 18 destando una buona impressione, spero che nelle prossime settimane possano esserci sviluppi. È veloce e tecnico, con le sue qualità potrebbe fare molto bene in Italia».

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