Torino, Paro dice no al Mantova. E pure Ludergnani resta

Il vice di Juric tentato dall’idea di guidare una squadra in prima persona, ma poi ha scelto di non cambiare. Il responsabile del settore giovanile respinge l'offerta del Bologna. Scurto ancora in stand by
Torino, Paro dice no al Mantova. E pure Ludergnani resta© LAPRESSE

Per Ivan Juric gli ultimi giorni non sono stati facilissimi da gestire. Ed è un discorso che va ben oltre le situazioni di mercato. Già, perché il tecnico croato ha temuto di perdere il suo più importante collaboratore: Matteo Paro. L'allenatore in seconda del Toro, infatti, ha vissuto un momento di riflessione profonda sul proprio destino. Colpa, se così si può definire, delle sirene del Mantova. Il club lombardo - appena retrocesso in Serie D ma speranzoso di poter tornare tra i professionisti passando dal ripescaggio - ha corteggiato l'ex centrocampista per parecchi giorni. Per Paro l'occasione di diventare un primo allenatore sarebbe stata golosa: ne ha ovviamente parlato con Juric, che gli ha lasciato piena libertà di agire per il bene della propria carriera, dopo tanti anni passati insieme sia a Verona che a Torino. Alla fine, però, il Mantova ha ripiegato su Davide Possanzini, ufficializzato nella giornata di ieri. Paro non riteneva che i tempi dell'addio fossero ancora maturi e per questo ha preferito proseguire l'avventura in granata. Ma chiaramente ha vacillato per qualche giorno. Adesso il binomio con Juric ripartirà a gonfie vele: l'ipotesi di un divorzio pare definitivamente tramontata, per cui i due continueranno a lavorare insieme al Filadelfia. Ora preparano le attività da svolgere in ritiro a Pinzolo, godendosi anche un po' di meritato relax. Naturalmente Juric, se le cose fra Paro e il Mantova avessero preso una piega differente, avrebbe dovuto individuare un nuovo vice: qualche sondaggio c'è stato, ma si è dissolto nelle ultime ore. Ivan e Matteo rimangono così la coppia di ferro della panchina del Toro.

Torino, resta anche Ludergnani

In tema di permanenze illustri, si registra quella di Ruggero Ludergnani alla guida delle giovanili. Una notizia che sicuramente rasserena i tifosi, ringalluzziti dall’ottima annata della Primavera, che ha avuto il merito di conquistarsi un posto fra le prime quattro d’Italia. Per il Toro il fa to di ripartire da Ludergnani è certamente un sollievo nella costruzione della stagione che verrà: il flirt col Bologna, infatti, non è andato in porto. La ragione è semplice: il responsabile del vivaio granata ha un contratto fi no a giugno 2024, che intende rispettare e probabilmente allungare. In rossoblù andrà un uomo di fiducia di Giovanni Sartori: Loris Margotto, col quale ha condiviso anni d’oro sia all’Atalanta, sia addirittura ai tempi del Chievo. Ludergnani resta al Toro, ma ancora non si può dire la stessa cosa di Giuseppe Scurto. Il condottiero della Primavera granata vive una fase di riflessione, legata essenzialmente all’interesse di alcuni club di Serie C. La situazione dopo la semifinale scudetto contro la Fiorentina è sostanzialmente rimasta invariata. Chi invece è già praticamente certo di lasciare il Toro è Antonino Asta, tecnico reduce da un ottimo biennio con l’Under 18. Tornato due anni fa sotto la Mole, in questa stagione ha sfiorato il successo al Torneo di Viareggio, sfumato soltanto al termine della finale persa contro il Sassuolo. L’allenatore originario di Alcamo, che ha un illustre passato da capitano del Toro, si appresta a dire addio per la seconda volta ai colori che hanno contraddistinto gran parte della propria carriera. La prima risale al 2012, quando lasciò la guida della Primavera per diventare il timoniere del Monza, nella vecchia Lega Pro Seconda Divisione. Adesso Asta è giunto allo stesso punto: da luglio valuterà nuove opportunità professionali. L’amore per il Toro, tuttavia, rimarrà intatto.

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