Altro giro, altra corsa: si scende da una giostra, si sale su un’altra. Ci sembra quasi di vederlo, Vagnati, mentre si fruga nella tasche, trova poco o nulla, si guarda attorno e decide di cambiare obiettivo. Simeone? Costa troppo, 15 milioni. E Beto? Non si hanno certezze sulle strategie dell’Everton, per cui il rischio di ricevere in pieno viso a gennaio un boomerang di ritorno è altissimo. E allora, a questo punto, perché non provarci con Arnautovic? E così è andata, infatti. I primi sondaggi si sono già sviluppati, le parti torneranno a sentirsi, intanto il dt granata è convinto di aver aperto un canale che potrebbe anche rivelarsi proficuo. Nelle sue speranze, un canale decisamente più percorribile.
Simeone e Beto, la situazione
Serve un nuovo centravanti: un rinforzo indispensabile, dopo il buco nero che ha inghiottito Zapata e la prolificità offensiva del Torino. Cairo, Vagnati e Vanoli si sono trovati d’accordo sul fatto che l’obiettivo debba essere un pivot in Italia o quantomeno che abbia già giocato in A, capace cioè di dare sufficienti garanzie in zona gol e di poter inserirsi in fretta. Il tutto, a costi di saldo: fino a prova contraria, infatti, Cairo non ha ancora dato mandato a Vagnati di aprire il portafoglio in modo significativo. Di conseguenza Simeone sta transitando a grandi passi nella categoria degli obiettivi irraggiungibili. È vero che a Napoli non gioca quasi mai (anche nella sconfitta contro la Lazio è entrato solo al 92’...), è vero che Vagnati ha provato ripetutamente a trovare un pertugio, ma finora il dt si è sempre sentito dare la medesima risposta: Simeone potrebbe muoversi solo di fronte a un’offerta per De Laurentiis di 15 milioni cash. E Beto? L’ex centravanti dell’Udinese, con un fisico e caratteristiche simili a quelle di Zapata, la vede poco nell’Everton: 9 presenze in Premier, ma una sola da titolare, per un totale di appena 180 minuti in campo (con una rete). Se ne scrive su queste colonne dal 13 novembre, quando vennero a galla le prime indiscrezioni. Però nell’estate del 2023 l’Everton (oggi di proprietà della famiglia Friedkin, alla guida anche della Roma) spese ben 25 milioni per acquistarlo. E a gennaio Beto potrebbe essere ceduto proprio ai giallorossi, che stanno cercando un’alternativa a Dovbyk. Comunque sia, per adesso non si parla affatto di una disponibilità a un prestito con diritto. Il rischio concreto? Di rincorrerlo a lungo, per poi ritrovarsi al dunque con un pugno di mosche. Morale: Vagnati continuerà a ronzare attorno sia a Beto sia a Simeone, ma intanto si sta già muovendo su piste alternative. E in questo quadro è decollato l’interesse per Arnautovic.
Arnautovic in scadenza
Marko Arnautovic, vicecapitano dell’Austria dietro ad Alaba, 121 presenze (l’ultima a metà novembre) con 39 gol, in questa stagione nell’Inter è man mano scivolato nelle gerarchie sino a diventare l’ultima scelta (davanti a lui, Lautaro, Thuram, Taremi e ora anche il redivivo Correa). Ad aprile ha compiuto 35 anni e il suo contratto è in scadenza a giugno 2025 (e si sa già che l’Inter non glielo rinnoverà). A gennaio il club nerazzurro può lasciarlo partire pressoché gratis, se l’austriaco chiederà di andare altrove per giocare con continuità. Finora, solo 5 presenze in A (66 minuti e zero gol), più 3 gettoni e una rete in Champions (139 minuti). Sempre più ai margini degli impegni agonistici, insomma, pur se nello spogliatoio rappresenta un punto di riferimento sia per i compagni sia per Inzaghi, che ha spesso elogiato il contributo dell’austriaco sotto il profilo degli equilibri di gruppo. Ma se ai vertici dell’Inter converrà liberarsi anzitempo del suo stipendio e se Arnautovic chiederà di andare altrove per vivere il suo canto del cigno, allora anche Inzaghi dovrà allargare le braccia.
La strada verso Arnautovic
Arnautovic è il classico pivot d’area: un metro e 90 di altezza, ma con un bel po’ di ruggine da levare. Il miglior rendimento in Italia nel biennio a Bologna sino al 2023: 24 gol in 54 presenze in A. La possibilità di mettergli le mani sopra senza spendere per il cartellino intriga particolarmente Cairo e mette le ali a Vagnati, anche se lo slogan della Red Bull non c’entra. Di qui le mosse del dt per far arrivare al centravanti i sensi di un “innamoramento sportivo”. Per Vagnati due ostacoli da superare, adesso: 1) indurre l’Inter a cederlo gratis, un obiettivo raggiungibile; da regolamento, è invece impossibile riceverlo in prestito per 6 mesi, essendo in scadenza di contratto; 2) convincere Arnautovic a lasciare gli altolocati nerazzurri (lotta scudetto, corsa Champions) per vivere una nuova primavera a Torino, trovando l’accordo per un contratto a titolo definitivo di 18 mesi, cioè fino al giugno 2026. L’austriaco guadagna circa 3,5 milioni netti a stagione. In cambio dell’anno in più di contratto, dovrebbe accettare di ridursi l’ingaggio stagionale a quota 2 milioni (grossomodo, incasserebbe 3 milioni netti in 18 mesi). E così, tra Simeone e Beto, si sta ora facendo strada la pista Arnautovic, con Vagnati più speranzoso del solito. Se ne riparlerà per forza.