Elmas il trasformista, nuova vita al Torino che spera nei suoi gol

Il macedone ex Napoli arriva dal Lipsia con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni di €
Elmas il trasformista, nuova vita al Torino che spera nei suoi gol© LAPRESSE

TORINO - Un numero 11 atipico. La scelta di questa maglia da parte di Eljif Elmas altro non è che un manifesto di duttilità. Un segnale chiaro della sua vocazione offensiva, ma anche della capacità di ricoprire diversi ruoli del centrocampo, della trequarti e dell'attacco. Guai, però, a considerarlo il rinforzo che sopperisce all'infortunio di Duvan Zapata: evitare accostamenti azzardati è il primo passo per inquadrare la missione di Elmas a Torino. No, non è sicuramente un giocatore richiesto espressamente da Paolo Vanoli. Ma il tecnico non avrà remore ad accoglierlo oggi al Filadelfia, dopo che nella giornata di ieri il macedone ha fatto una tappa a Skopje per risolvere alcune questioni legate al visto. Burocrazia alle spalle, è tempo di pensare solo al campo.

La soddisfazione di Vanoli

L'allenatore, nonostante non abbia richiesto esplicitamente Elmas, è soddisfatto di poter disporre di una risorsa in più. Di un giocatore che negli anni di Napoli ha saputo squarciare alcune partite, anche quelle decisive per la conquista del terzo tricolore della storia azzurra. Di sicuro, la parola duttilità accostata all'ex Lipsia è azzeccatissima. Sebbene serva ricordare la sua posizione ideale: alle spalle della punta, da trequartista, con libertà di svariare tra le linee. Un ruolo che oggi al Toro sta ricoprendo Nikola Vlasic, che però ha meno gol nelle corde rispetto a Elmas. Sicuramente Davide Vagnati non ha colto quest'opportunità di mercato per creare un dualismo in una zona di campo in cui spicca la presenza del croato, ma per dare a Vanoli una pedina versatile. Adattabile alla perfezione nel 4-2-3-1: meglio a sinistra, dove agisce oggi Karamoh, ma anche a destra può avere il suo perché.

Le parole di Elmas

Elmas porta al Toro una mentalità da vincente, nonostante la ruggine accumulata a Lipsia. Dando al gruppo un esempio: pur di giocare, ai tempi di Napoli, si è adattato ad ogni modulo. E praticamente con tutti gli allenatori ha giocato: da Ancelotti a Gattuso, passando per Spalletti. Eljif è il tipico elemento che si metterebbe anche i guanti pur di aiutare la propria squadra. Pur di rendersi essenziale alla causa. Ieri ai tifosi granata si è presentato così sui canali ufficiali del club: «Sono contentissimo di essere qui, ci vediamo presto. Sempre forza Toro». Sicuramente la voglia di riscatto non gli manca: arriva da un anno difficilissimo a Lipsia, in cui ha trovato poco spazio e non si è ambientato. Ma il macedone conosce la Serie A e la sua freschezza sarà utilissima a una squadra come il Toro, che soprattutto nei secondi tempi fatica a cambiare ritmo nel reparto offensivo. Elmas a Napoli è stato un perfetto 12° uomo: un titolare aggiunto, ma senza la cattedra. Un supplente di lusso, insomma. “Colpa” anche della sua versatilità: ha agito da trequartista, da mezzala destra, da mezzala sinistra e pure largo a destra e a sinistra nel 4-2-3-1, ma gli è mancato lo scatto per raggiungere l’eccellenza. Con la Macedonia gioca alle spalle delle punte, perché gli piace attaccare la profondità. Il fiuto del gol non gli manca: solo a Napoli ne ha realizzati 19 in 189 partite, firmando 6 reti e 3 assist nell’anno dello scudetto. Al Toro il compito di rianimare il fuoco che Elmas ha ancora dentro, ma che a Lipsia si è spento senza un vero perché. Ora, con la numero 11 sulla schiena, inizia una nuova vita calcistica.

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