Juve, nasce il Dybala leader d'Europa

Evanescente per un tempo, poi si accende e la sua metamorfosi innesca la rimonta
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TORINO - Ha tirato la carretta per mesi e ancora non si vuole fermare. Non importa che la lingua sia spesso penzoloni: tanta forse troppa è stata d’altronde la fatica nell’essere diventato da subito trascinatore tecnico e morale della squadra già al suo primo anno di Juve. Nelle difficoltà si è esaltato, prendendo per mano il gruppo di Allegri in faccia a tutte le gerarchie che a inizio stagione sembravano quasi costringerlo a dover partire in seconda fila dietro al tandem Mandzukic-Morata. Paulo Dybala si è esaltato trascinando senza mezze misure la Juve nella clamorosa rimonta in campionato, diventando protagonista sotto ogni punto di vita. E così ha fatto anche ieri sera contro il Bayern Monaco: timido, stranamente, fino allo 0-2 tra uno stop fuori misura ed una caduta di troppo. Poi nuovamente decisivo, dimostrando quel piglio da leader tipico dei fuoriclasse. Piglio mantenuto anche dopo la partita, quando non ha esitato a criticare l’attaggiamento della Juve nel primo tempo e ha lanciato la rincorsa verso l’impresa.

QUELLA CORSA PER IL CAMBIO - Nella partita di ieri sera, d’altronde, c’è un po’ il riassunto di tutta la stagione bianconera. Il gol di Robben aveva avuto per qualche istante il sapore della sentenza, uno 0-2 che sembrava condannare dopo nemmeno un’ora la Juve all’eliminazione. Un po’ come era capitato dopo la debacle di Reggio Emilia con il Sassuolo. Come poter immaginare ad una clamorosa rimonta? Semplicemente, credendoci senza paura. Quello che ha fatto proprio Dybala, che dopo la perla di Robben ha saputo accendersi e riaccendere tutta la Juve, per una ventina di minuti devastanti come mai si erano visti da parte de la Joya in questa Champions League. Il gol, sicuramente, ma non solo. Una carica per tutta la squadra e lo Juventus Stadium, fino a ribaltare il morale di tutti protagonisti in campo. Esaltandosi per esaltare il collettivo, anche al momento della sostituzione: Allegri lo richiama un po’ a sorpresa, e lui che fa? Senza pensarci un attimo esce dal campo scattando come se dovesse involarsi verso Neuer. Suonando a suo modo ancora una volta la carica, che poi ha portato al gol del pareggio.

PANCHINA D'ORO - E proprio dalla panchina Allegri ha saputo trovare quel fattore in più necessario per riacciuffare dai capelli una partita, una qualificazione che sembrava già persa. Hernanes al posto dell’acciaccato Marchisio ha calato forse la miglior prestazione della stagione, il cuore di Morata e Sturaro ha fatto il resto nel rispolverare in un colpo solo il sapore della notte magica che ha visto uscire con le ossa rotte da Torino anche il Real Madrid. Morata inventa, Sturaro colpisce e affonda: il ruolo dei protagonisti mesi dopo è cambiato, ma per il centrocampista in particolare è evidente come certe notti magiche possano servire anche per cambiare il solo ruolo da gregario che solitamente gli compete. Quella spaccata che ha salvato la porta di Buffon contro il Real non resterà più il ricordo più bello della sua fin qui breve carriera, adesso c’è un gol tutto da raccontare ed una Champions ancora lì, viva più che mai.

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