MILANO - Secondo i bookie, l’esonero di Simone Inzaghi è un qualcosa su cui si può scommettere. Le quote sono in caduta libera dopo la sconfitta di La Spezia e da un calendario che, nell’ordine, propone la sfida senza ritorno con il Porto e il Derby d’Italia a San Siro prima della sosta riservata alle nazionali, ultimo break antipasto della volata di stagione, in teoria pure l’ultima occasione per dare un’eventuale scossa alla panchina.
La dottrina Marotta
La domanda quindi sorge spontanea: c’è da scommettere sull’esonero di Inzaghi? Secondo noi, no. Al di là di quanto accadrà a Porto. Questo perché l’Inter - in caso di eliminazione dalla Champions - è comunque in corsa ancora per un posto tra le prime 4, obiettivo nodale per i conti societari e ha pure la chance di difendere la Coppa Italia conquistata un anno fa nella doppia semifinale sempre con la Juventus. Vero è che l’euro-eliminazione sarebbe decisiva per scrivere l’addio con Inzaghi, ma questo si consumerebbe comunque a fine stagione. Beppe Marotta, responsabile dell’area tecnica, non è solito esonerare allenatori e, anche in questo caso, non ci sarebbero motivazioni per una scelta tanto traumatica. Piuttosto ci sarebbe da ricompattare l’ambiente perché la stagione dell’Inter non finirà comunque all’Estádio do Dragão. Paradossalmente, anche nel caso in cui arrivasse una storica qualificazione ai quarti di finale - dal 2011 l’Inter non entra tra le magnifiche otto d’Europa (il club incasserebbe 20 milioni tra premio Uefa e incasso del match previsto a San Siro nei quarti) - gli obiettivi sarebbero gli stessi consegnati a Inzaghi pure qualora venisse eliminato. La Champions è un piacevolissimo “di più” nei programmi del club che aveva ancorato i conti, dopo aver pescato Bayern e Barça nel girone, al passaggio in Europa League. Per questo motivo - al netto di un cammino da sogno in Coppa, ma Istanbul resterebbe comunque ancora ben lontana... - le valutazioni su Inzaghi saranno comunque parametrate agli obiettivi minimi posti dal club. E il fatto di non aver praticamente mai corso per lo scudetto rischia di essere un fattore determinante per voltare pagina a fine stagione. Ma oggi, scommettere su un esonero dell’allenatore non è consigliabile. Anche ai gufi più incurabili.
