Bufera Marciniak, City-Inter a rischio? L’arbitro si difende così

Il direttore di gara ha pubblicato un messaggio sui suoi social network per replicare alle accuse nei suoi confronti. Intanto interviene anche la Federazione polacca
Bufera Marciniak, City-Inter a rischio? L’arbitro si difende così© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - È arrivata la risposta ufficiale di Szymon Marciniak, l'arbitro polacco designato per la finale di Champions League tra Inter e Manchester City, accusato di aver partecipato a una manifestazione voluta dal leader dell’estrema destra polacca Mentzen, noto per le sue posizioni omofobe e antisemite. La Uefa ha chiesto spiegazioni al direttore di gara, che ha replicato intanto attraverso il suo profilo Instagram.

La risposta di Marciniak

Questo il messaggio pubblicato da Marciniak, per il quale è stata ipotizzata anche la rimozione dalla finale di Champions League: "In relazione ai resoconti odierni dei media, dichiaro di non aver mai sostenuto o legittimato partiti, organizzazioni politiche o singoli politici e mi dissocio chiaramente da qualsiasi visione, dichiarazione e azione estremista, razzista o antisemita. Per quanto riguarda la copertura mediatica odierna dichiaro di non aver mai appoggiato né legittimato alcun partito politico, organizzazione o singolo politico. Mi dissocio, con forza e chiarezza, da qualsiasi tipo di visione, affermazione o azione radicale, razzista o antisemita".

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Caso Marciniak, la nota della Federazione polacca

Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione polacca che, attraverso una nota, ha comunicato: "Szymon Marciniak ha fornito alla PZPN ampie spiegazioni della situazione. Ha dimostrato di non conoscere Slawomir Mentzen e di non avergli mai parlato. Dopo aver parlato con l'arbitro e aver preso conoscenza delle prove raccolte, PZPN respinge qualsiasi accusa diretta a Szymon Marciniak. Secondo le nostre informazioni, Marciniak ha preso parte all'incontro di lavoro "Everest" come relatore invitato. Durante la conferenza ha tenuto una presentazione di 40 minuti. L'incontro ha avuto luogo il 29 maggio scorso a Katowice. Al convegno hanno partecipato 12 relatori. Subito dopo la sua relazione, Szymon Marciniak si è recato a Varsavia, dove ha preso parte al PKO BP Ekstraklasa Gala che ha concluso la stagione calcistica. I materiali che abbiamo raccolto mostrano che le manifestazioni politiche organizzate da Slawomir Mentzen si sono svolte in altre date e in altre città. Accostare la presenza di Szymon Marciniak a un incontro di lavoro con manifestazioni politiche organizzate da Slawomir Mentzen, con le quali il nostro arbitro non ha nulla a che fare e dalle quali si distacca completamente, è incomprensibile. Quando ci sono questo tipo di accuse, come quelle rivolte a Szymon Marciniak, sono sempre richieste obiettività e presentazione degli argomenti di ciascuna parte. In questo caso questo equilibrio è venuto meno e Marciniak è stato accusato ingiustamente: non gli è stata data la possibilità di spiegarsi e difendersi. La Federcalcio polacca e i nostri arbitri sono apolitici. Ci auguriamo che la UEFA tenga conto dei fatti che abbiamo citato nel prendere la sua decisione".

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TORINO - È arrivata la risposta ufficiale di Szymon Marciniak, l'arbitro polacco designato per la finale di Champions League tra Inter e Manchester City, accusato di aver partecipato a una manifestazione voluta dal leader dell’estrema destra polacca Mentzen, noto per le sue posizioni omofobe e antisemite. La Uefa ha chiesto spiegazioni al direttore di gara, che ha replicato intanto attraverso il suo profilo Instagram.

La risposta di Marciniak

Questo il messaggio pubblicato da Marciniak, per il quale è stata ipotizzata anche la rimozione dalla finale di Champions League: "In relazione ai resoconti odierni dei media, dichiaro di non aver mai sostenuto o legittimato partiti, organizzazioni politiche o singoli politici e mi dissocio chiaramente da qualsiasi visione, dichiarazione e azione estremista, razzista o antisemita. Per quanto riguarda la copertura mediatica odierna dichiaro di non aver mai appoggiato né legittimato alcun partito politico, organizzazione o singolo politico. Mi dissocio, con forza e chiarezza, da qualsiasi tipo di visione, affermazione o azione radicale, razzista o antisemita".

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