Severo, inflessibile, rigoroso: chi è Kovacs l'arbitro di Psg-Inter  

Dopo la Conference League nel 2022 e l'Europa League l’anno scorso, l’arbitro prosegue la sua scalata internazionale con la finale di Champions
Severo, inflessibile, rigoroso: chi è Kovacs l'arbitro di Psg-Inter

 
© © Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

Severo. Inflessibile. Rigoroso. Sono gli aggettivi che meglio si attagliano alla figura dell’arbitro chiamato a dirigere, sabato a Monaco di Baviera, la finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Inter. La scelta del designatore arbitrale Uefa, il torinese Roberto Rosetti, è caduta sul romeno Istvan Kovacs, quarantenne insegnante di Educazione Fisica, che continua il suo crescendo internazionale dopo aver diretto nel 2022 a Tirana la finale di Conference League tra Roma e Feyenoord (1-0 per i giallorossi) e l’anno scorso a Dublino quella d’Europa League fra Atalanta e Bayer Leverkusen (tripletta di Lookman per i bergamaschi).

Il terzo romeno a dirigere la finale della coppa dalle grandi orecchie

Arbitro internazionale dal 2010, è nato a Carei e risiede a Cluj-Napoca, Nord-Ovest della Romania. Una sorta di... Collina della Transilvania potremmo dire vista l’autorità, il carisma e spesso anche l’implacabilità che lo accomunano al nostro ex “fischietto” ora responsabile degli arbitri Fifa. Istvan Kovacs è romeno di padre ungherese e mamma tedesca. In possesso di doppio passaporto (rumeno e magiaro) è curioso come per la Romania e la Fifa il suo nome e il suo cognome vengano riportati senza accenti (a partire dai media) mentre in Ungheria e in ambito Uefa la grafia è István Kovács. Uguale almeno la pronuncia, sia a Bucarest che a Budapest: “István Kovách” con la esse finale muta e il suono della “ci” dolce, come Burgnich. Anche suo fratello minore Szabolcs è arbitro nazionale. 

Solo due direttori di gara romeni, prima di lui, hanno avuto l’onore di arbitrare la finale del trofeo europeo più ambìto, nato ben 70 anni fa con il nome di Coppa dei Campioni. Il primo è stato l’ingegnere Nicolae Rainea da Brăila (nel 1983 diresse Amburgo-Juventus 1-0 ad Atene), il secondo l’economista Ion Crăciunescu da Craiova (Ajax-Milan 1-0 a Vienna nel 1995). Kovacs comunque ha già respirato due anni fa il clima di una finale Champions: era il quarto ufficiale allo Stadio Olimpico Atatürk di Istanbul quando il Manchester City sconfisse l’Inter 1-0 (direttore di gara il polacco Marciniak). Da arbitro principale, il romeno vanta tre precedenti con i nerazzurri, sempre in Champions League: Shakhtar-Inter 0-0 (28 settembre 2021), Inter-Atlético Madrid 1-0 (20 febbraio 2024) e Inter-Arsenal 1-0 (6 novembre 2024).

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La carriera di Istvan Kovacs

Sin da piccolo ha mostrato interesse per il calcio, come succede a molti bimbi. Era bravino, dotato, tanto che il papà lo iscrisse a un’accademia locale. Adolescente, giocava centravanti con i dilettanti del Victoria Carei e segnava molti gol. "Ma guardando la partite seduto con mio padre davanti alla tv – il suo racconto – mi piaceva analizzare l’operato degli arbitri, lo commentavo ad alta voce, prendevo io le mie decisioni. Papà mi promise che quando avessi raggiunto l’età minima per frequentare il corso di arbitraggio mi avrebbe iscritto e sarei diventato un direttore di gara". Detto fatto. Istvan prese molto sul serio la professione e decise di fare carriera. Cominciò giovanissimo, dal basso, per poi collezionare via via gare su gare facendosi sempre più apprezzare per personalità, correttezza, imparzialità e decisioni al limite dell’impeccabilità.  

Il direttore generale della federazione romena Lupescu rimase colpito da una vicenda in cui Kovacs si rese protagonista a metà della prima decade del nuovo Millennio. Arbitrava in Lega 3 e prima della gara ricevette dai dirigenti della squadra di casa il compenso previsto dal regolamento. La simbolica (e irrisoria) somma di 2 lei, davvero pochi spiccioli. Il costo di un caffè o poco più... Ma quella busta conteneva una cifra (sfacciatamente) arrotondata: la scusa era che non avevano il resto, seguita da una strizzata d’occhio molto significativa. Lui aprì l’involucro, controllò il contenuto e andò in un negozio lì vicino a cambiare i soldi. Tornò subito allo stadio dove diresse inappuntabilmente il match lasciando la busta con il resto sul tavolo dello spogliatoio arbitrale, ultimo a uscire e a chiudere la porta… Incorruttibile. Un bel gesto a sublimare la sua reputazione di arbitro estremamente onesto (e valente) che gli valse “al volo” la promozione nelle categorie superiori.  

Grande talento, non ancora ventitreeenne fu designato ad arbitrare nel luglio 2007 il caldo derby di Bucarest fra Dinamo e Rapid valido per la Supercoppa di Romania. I “Ferrovieri” vinsero ai rigori. Poco dopo, 11 agosto 2007, l’esordio in Liga 1 a Timişoara nel match Politehnica-Pandurii (3-1). A 7’ dalla fine espulse il biancoviola Ionel Ganea. Un debutto col rosso. Da allora ha diretto 365 partite nella “SuperLiga României”. Quantunque abbia ancora davanti a sé oltre cinque anni di carriera, è già unanimemente considerato il miglior “fischietto” rumeno di sempre.

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Severo. Inflessibile. Rigoroso. Sono gli aggettivi che meglio si attagliano alla figura dell’arbitro chiamato a dirigere, sabato a Monaco di Baviera, la finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Inter. La scelta del designatore arbitrale Uefa, il torinese Roberto Rosetti, è caduta sul romeno Istvan Kovacs, quarantenne insegnante di Educazione Fisica, che continua il suo crescendo internazionale dopo aver diretto nel 2022 a Tirana la finale di Conference League tra Roma e Feyenoord (1-0 per i giallorossi) e l’anno scorso a Dublino quella d’Europa League fra Atalanta e Bayer Leverkusen (tripletta di Lookman per i bergamaschi).

Il terzo romeno a dirigere la finale della coppa dalle grandi orecchie

Arbitro internazionale dal 2010, è nato a Carei e risiede a Cluj-Napoca, Nord-Ovest della Romania. Una sorta di... Collina della Transilvania potremmo dire vista l’autorità, il carisma e spesso anche l’implacabilità che lo accomunano al nostro ex “fischietto” ora responsabile degli arbitri Fifa. Istvan Kovacs è romeno di padre ungherese e mamma tedesca. In possesso di doppio passaporto (rumeno e magiaro) è curioso come per la Romania e la Fifa il suo nome e il suo cognome vengano riportati senza accenti (a partire dai media) mentre in Ungheria e in ambito Uefa la grafia è István Kovács. Uguale almeno la pronuncia, sia a Bucarest che a Budapest: “István Kovách” con la esse finale muta e il suono della “ci” dolce, come Burgnich. Anche suo fratello minore Szabolcs è arbitro nazionale. 

Solo due direttori di gara romeni, prima di lui, hanno avuto l’onore di arbitrare la finale del trofeo europeo più ambìto, nato ben 70 anni fa con il nome di Coppa dei Campioni. Il primo è stato l’ingegnere Nicolae Rainea da Brăila (nel 1983 diresse Amburgo-Juventus 1-0 ad Atene), il secondo l’economista Ion Crăciunescu da Craiova (Ajax-Milan 1-0 a Vienna nel 1995). Kovacs comunque ha già respirato due anni fa il clima di una finale Champions: era il quarto ufficiale allo Stadio Olimpico Atatürk di Istanbul quando il Manchester City sconfisse l’Inter 1-0 (direttore di gara il polacco Marciniak). Da arbitro principale, il romeno vanta tre precedenti con i nerazzurri, sempre in Champions League: Shakhtar-Inter 0-0 (28 settembre 2021), Inter-Atlético Madrid 1-0 (20 febbraio 2024) e Inter-Arsenal 1-0 (6 novembre 2024).

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