Juve, la rimonta di Arthur: lavora duramente già da giorni

Se torna al top e limita i tocchi può scalare le gerarchie di Allegri. La Juve cercherà di giocare in spazi larghi, ma non sempre potrà: il brasiliano prezioso nel traffico
Juve, la rimonta di Arthur: lavora duramente già da giorni

TORINO - Due estati fa, Sami Khedira era destinato all’esclusione dalla lista Champions della Juventus. Bastò meno di una settimana di allenamenti in gruppo perché Maurizio Sarri ne fosse stregato al punto di considerarlo fondamentale, escludendo dalla Champions Emre Can, poi ceduto al Borussia Dortmund a gennaio.

Al di là dell’esito della scelta, condizionato dai problemi fisici dell’ex numero 6 bianconero, l’escursione nel passato serve a mostrare come le vere gerarchie di un allenatore siano quelle che stabilisce mentre allena e non quelle previste prima che il pallone cominci a rotolare. In queste ultime, Arthur Melo non è certo ai primi posti tra i centrocampisti a disposizione di Massimiliano Allegri, ai quali secondo i piani del tecnico e della Juventus dovrebbe aggiungersi anche Manuel Locatelli.

Arthur sta lavorando duramente in vacanza da diversi giorni

Gerarchie che però Arthur ha tutta l’intenzione di scalare. Tanto da aver già cominciato a muovere i primi passi, lavorando duramente in vacanza da diversi giorni, come ha documentato sui suoi social: corse, lavori di forza classici con pesi e balzi ma anche abbinati alla tecnica, calciando e colpendo di testa trattenuto dagli elastici, fino ad arrivare alla boxe. Passa prima di tutto da lì, la sua voglia di rivalsa: dal recupero della condizione fisica migliore. Quella mai avuta nella scorsa stagione, tra la necessità di adattarsi a un calcio diverso (anche per metodologie di lavoro) e gli infortuni: un problema muscolare a febbraio, poi la calcificazione (dovuta a un colpo) tra tibia e perone della gamba destra che lo ha tormentato da aprile in poi. Cominciare l’annata già in ottima forma (nella speranza di essersi lasciato alle spalle la calcificazione, altrimenti si renderebbe necessario un intervento) è il presupposto per mostrare le sue vere qualità: quelle di chi a 21 anni era titolare del Gremio campione in Libertadores, a 22 si era subito imposto come giocatore importante del Barcellona e come titolare del Brasile campione del Sud America. Quelle fatte intravedere anche nella scorsa stagione, pur tra tutte le difficoltà: 5° dei cinque principali campionati europei per media di third pass (il terzultimo passaggio prima di un gol) ogni 90’ giocati con 0,22; 4° centrocampista per precisione dei passaggi con il 94,79% (dati Wyscout).

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