"Italia più forte, ma la Macedonia non sarà un materasso"

Giovanni Valenti, tecnico italiano che allena la squadra fondata da Pandev in patria, a Strumica, ci racconta chi sono i prossimi avversari degli azzurri
"Italia più forte, ma la Macedonia non sarà un materasso"© LAPRESSE

Giovanni Valenti è uno dei cervelli in fuga del calcio italiano e dopo 28 anni nei settori giovanili di Lumezzane, Chievo, Milan, Brescia, Juventus, Parma e come vice dell'Under 19 e 20 azzurra, in estate ha accettato la sfida di andare ad allenare in Macedonia l'l’Akademia Pandev Brera Strumica, il club fondato da Goran Pandev (un mito in patria) e nel quale è entrato come socio la holding dell'italiano Alessandro Aleotti, colui che aveva portato il Brera Milano fino in Serie D. Quinto in classifica nel campionato macedone, Valenti ci conduce in una realtà che ancora una volta si frappone sulla strada calcistica dell'Italia.

Finirà come già nel playoff dei Mondiali o come all'andata di queste qualificazioni agli Europei?
«Io credo che stavolta, anche con il fatto che si giocherà in casa, gli uomini di Spalletti avranno la meglio. Quando però la Macedonia affronta l'Italia qui c'è grande attesa e visti gli ultimi risultati favorevoli è alta l'aspettativa di riuscire a far bene anche stavolta. Non so se sia creata una vera e propria sindrome per gli azzurri, ma sta di fatto che la Macedonia è ormai un rebus per il nostro calcio. A settembre ero in tribuna Skopje e l'Italia era partita decisamente bene, non avendo trovato il raddoppio dopo il gol di Immobile è andata via via spegnendosi ed è arrivato il pareggio di Bardhi, un giocatore di qualità così come Elmas, Miovski, Trajkovski e Ristovski. I giocatori più forti militano all'estero, ma non bisogna dimenticare che quel giorno giocò titolare Ashkovski, che ancor oggi è senza squadra. L'Italia è più forte e lo dimostrerà».

Che tipo di partita giocherà la Macedonia del Nord?
«Difensiva, prudente per poi puntare sulle ripartenze. Ci sarà la solita difesa a cinque, una linea bassa davanti al portiere quindi l'Italia non dovrà farsi prendere dalla foga del dover segnare a tutti i costi fin dai primi minuti. Ci vorrà pazienza, attenzione, concentrazione. Ormai credo si sia capito che la Macedonia non è una squadra materasso. Cercherà di restare il più possibile dentro la partita per provare a piazzare ancora una volta il colpaccio».

Nei suoi tanti anni nel settore giovanile ha allenato o incrociato qualche giocatore di Spalletti?
«Scalvini al Brescia dove ho avuto anche Cher Ndour, sul quale mi sento di scommettere perché tra non molto diventerà un giocatore da Nazionale maggiore. Ho avuto il piacere di allenare Miretti alla Juventus, ragazzo eccezionale e centrocampista di qualità che adesso è giusto cresca con l'Under 21, ma anche nel suo percorso prevedo un approdo con i grandi in azzurro. Nell'Under 20 avevo Colpani, giocatore fortissimo, fantasioso, che meritava questa chiamata».

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C'è qualche giocatore giovane macedone che consiglierebbe ai club italiani?
«Guardo quelli in casa mia e dico il terzino sinistro Volkov, un 2006 dotato di una non banale determinazione e ferocia agonistica e il trequartista del 2005 Gjorgevski che può fare anche il centrocampista centrale grazie ad un'ottima comprensione del gioco e che già so essere sul taccuino di Lecce e Sporting Lisbona. Due ragazzi che la prossima stagione potrebbero giocare benissimo in una Primavera 1 in Italia. Nella squadra che alleno io segnalo anche il portiere Alcevski, nazionale Under 21, e l'esterno sinistro Krstevski di soli 20 anni».

Com'è il livello nel campionato macedone?
«Una via di mezzo tra Serie B e C, ma si sta alzando di anno in anno. Ho accettato di venir qui perché il club mi ha chiesto di dare un'organizzazione più professionale e di lavorare sui giovani, cosa che faccio da anni. Dall'Italia mi sono portato Ribaudo, un attaccante di 19 che ho allenato al Parma, e il vice Michele Cavalli, che fino a due anni fa era nello staff di De Zerbi».

Nostalgia dell'Italia?
«Sono fortemente concentrato su questa avventura, ma resto orgogliosissimo delle mie origini e tifoso della Nazionale».

Andremo agli Europei?
«Penso proprio di sì».

Macedonia del Nord permettendo, ancora una volta l’incubo azzurro.

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Giovanni Valenti è uno dei cervelli in fuga del calcio italiano e dopo 28 anni nei settori giovanili di Lumezzane, Chievo, Milan, Brescia, Juventus, Parma e come vice dell'Under 19 e 20 azzurra, in estate ha accettato la sfida di andare ad allenare in Macedonia l'l’Akademia Pandev Brera Strumica, il club fondato da Goran Pandev (un mito in patria) e nel quale è entrato come socio la holding dell'italiano Alessandro Aleotti, colui che aveva portato il Brera Milano fino in Serie D. Quinto in classifica nel campionato macedone, Valenti ci conduce in una realtà che ancora una volta si frappone sulla strada calcistica dell'Italia.

Finirà come già nel playoff dei Mondiali o come all'andata di queste qualificazioni agli Europei?
«Io credo che stavolta, anche con il fatto che si giocherà in casa, gli uomini di Spalletti avranno la meglio. Quando però la Macedonia affronta l'Italia qui c'è grande attesa e visti gli ultimi risultati favorevoli è alta l'aspettativa di riuscire a far bene anche stavolta. Non so se sia creata una vera e propria sindrome per gli azzurri, ma sta di fatto che la Macedonia è ormai un rebus per il nostro calcio. A settembre ero in tribuna Skopje e l'Italia era partita decisamente bene, non avendo trovato il raddoppio dopo il gol di Immobile è andata via via spegnendosi ed è arrivato il pareggio di Bardhi, un giocatore di qualità così come Elmas, Miovski, Trajkovski e Ristovski. I giocatori più forti militano all'estero, ma non bisogna dimenticare che quel giorno giocò titolare Ashkovski, che ancor oggi è senza squadra. L'Italia è più forte e lo dimostrerà».

Che tipo di partita giocherà la Macedonia del Nord?
«Difensiva, prudente per poi puntare sulle ripartenze. Ci sarà la solita difesa a cinque, una linea bassa davanti al portiere quindi l'Italia non dovrà farsi prendere dalla foga del dover segnare a tutti i costi fin dai primi minuti. Ci vorrà pazienza, attenzione, concentrazione. Ormai credo si sia capito che la Macedonia non è una squadra materasso. Cercherà di restare il più possibile dentro la partita per provare a piazzare ancora una volta il colpaccio».

Nei suoi tanti anni nel settore giovanile ha allenato o incrociato qualche giocatore di Spalletti?
«Scalvini al Brescia dove ho avuto anche Cher Ndour, sul quale mi sento di scommettere perché tra non molto diventerà un giocatore da Nazionale maggiore. Ho avuto il piacere di allenare Miretti alla Juventus, ragazzo eccezionale e centrocampista di qualità che adesso è giusto cresca con l'Under 21, ma anche nel suo percorso prevedo un approdo con i grandi in azzurro. Nell'Under 20 avevo Colpani, giocatore fortissimo, fantasioso, che meritava questa chiamata».

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