Belotti è il Premio Gaetano Scirea. Mariella: "Bravo Andrea, sei serio"

"Andrea ha i giusti valori, è un tipo solido. Quante amicizie con i granata degli anni '70 e '80"
Belotti è il Premio Gaetano Scirea. Mariella: "Bravo Andrea, sei serio"© www.imagephotoagency.it

TORINO - Non esisterà mai un altro Gaetano Scirea. Ogni tanto la vita e lo sport regalano pezzi unici e tali rimangono. Eppure c’è chi può ricordare il grande Gaetano in qualche aspetto, può avere dei punti o dei valori in comune con il grande libero della Nazionale e della Juventus. Andrea Belotti, per esempio. Andrea Belotti è campione, è fedele, è consapevole di essere un privilegiato e non dimentica mai che fuori dagli stadi e dai centri sportivi scorre la vita, quella vera. Tre valori che Scirea ha sempre tenuto come punti di riferimento come calciatore e come uomo. Belotti è indubbiamente un campione, è uno dei più forti attaccanti italiani e un perno della nazionale di Mancini. Belotti è straordinariamente fedele, perché nonostante abbia avuto occasioni e opportunità più remunerative non ha voluto tradire il Torino e il popolo granata. Belotti non ha mai avuto atteggiamenti da divo, perché l’esempio dei suoi genitori che hanno sempre lavorato, anche quando lui ha intrapreso la carriera di calciatore, gli ha insegnato il senso del sacrificio e il rispetto della fatica. Forse la qualità più rara e apprezzabile in un calcio milionario che rischia di perdere il contatto con la realtà.

Le benedizione di Mariella

Mariella Scirea è felice che la targa intitolata a suo marito vada a un giocatore del Torino: «Belotti mi sembra davvero un bravo ragazzo. Mi dà l’idea di uno serio e solido, con sani principi. Continui così, non si monti la testa e soprattutto resti legato ai valori che contano». Il fatto che il premio intitolato al leggendario capitano della Juventus vada a un giocatore del Torino non la scandalizza affatto. Anzi: «Ma non scherziamo! Il Toro è e rimarrà sempre un acerrimo avversario in campo, ma fuori c’è sempre stato e ci deve essere sempre quell’affetto e quel rispetto che c’era anche ai tempi di Gaetano. È fondamentale, perché altrimenti si semina l’odio e non è più sport. Negli Anni 70 e 80 mi ricordo dei derby con agonismo feroce, ma poi durante la stagione ci si frequenteva e si andava d’amore e d’accordo. Rapporti veri, che sono durati nel tempo. Io sento praticamente ogni giorno Paola Castellini, la moglie di Luciano, il portiere granata. E siamo stati sempre amici degli Zaccarelli che avevano la casa a Sestriere vicino alla nostra. Terraneo veniva ad Andora in vacanza e passavamo spesso le vacanze insieme. Se poi pensate che il figlio di Claudio Sala è il testimone di nozze di mio figlio Riccardo, capite quella cosa strana che era il derby. Rivalità, certo, ma anche tanta umanità. L’altro giorno ho sentito Ciccio (Graziani ndr), avevo saputo che non era stato bene. Mi ha raccontato la sua disavventura sulla scala e siamo stati un po’ al telefono: è una persona meravigliosa, ci siamo quasi commossi. E quest’estate ero a Bubbio per una mostra su Gaetano, organizzata niente di meno che dal locale Toro Club. Ero l’unica juventina circondata da granata. C’era anche Pecci con cui dovevamo tornare, il 10 dicembre, per una bagna caoda, purtroppo il Covid... meglio essere prudenti. Ci sarà tempo per rifarsi». Con la benedizione di Mariella, Belotti succede a Marchisio nell’albo d’oro della targa Scirea, perché il derby sia derby solo in campo.

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