Pedri, sei il Golden Boy che più di ogni altro ha distanziato i rivali: Bellingham, secondo in classifi ca, è staccato di 199 punti, un abisso tremendo, mai successo nella storia del trofeo.
"Eh sì, ho visto. Ma non è “colpa” mia. Devo solo ringraziare i giurati europei di Tuttosport che mi hanno votato in massa".
Cosa pensi di coloro che hai stracciato? C’è qualcuno che apprezzi in modo particolare?
"Sono tutti molto bravi: i primi 6 nati tra il 2002 e il 2004, quindi sono anche ricandidabili. Bellingham mi piace. Forse per il suo ruolo che è un po’ simile al mio. Per il suo stile, la sua personalità. Non l’ho mai affrontato nemmeno nelle rappresentative giovanili. Spero arrivi presto l’occasione così a fine partita potrò chiedergli la maglietta".
Ne fai collezione?
"Sì, un mio hobby. Ne ho già parecchie a casa mia".
Le più prestigiose?
"Beh, naturalmente quella di Leo (ndr. Messi). Poi di Cristiano (ndr. Ronaldo), Modric e Mbappé".
Torniamo al Golden Boy: come hai saputo di averlo vinto?
"Diciamo che ho avuto una doppia conferma quasi simultanea: da parte dei miei agenti e da parte del Barcellona. Ero strafelice".