Spalletti e Conte in corsa per l’Italia: Gravina ha iniziato il casting

Il presidente della Figc ha ristretto la scelta ai due tecnici. Deve chiudere in fretta e non può sbagliare: il 9 settembre c‘è la sfida contro la Macedonia per l’Europeo e già affiorano i fantasmi di Palermo della mancata qualificazione al Mondiale
Spalletti e Conte in corsa per l’Italia: Gravina ha iniziato il casting

La palla, più che mai avvelenata, ora è nella metà campo di Gabriele Gravina che non può assolutamente rischiare di sbagliare la prossima mossa. Il presidente federale ha tutti gli occhi puntati su di sé: quelli dei tifosi azzurri, dell’opinione pubblica e, particolarmente acuminati, della politica e non solo sportiva che aspetta di valutare come si muoverà per scegliere l’erede di Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale.

Ma, soprattutto, ha una fretta tremenda perché incombono due partite di qualificazione agli Europei di cui la prima, il 9 novembre, a Skopje contro la Macedonia: ricorda qualcosa? Ecco, sarà appena il caso di evitare che per la terza volta consecutiva (sì, ci misero molto più che lo zampino anche nella disastrosa eliminazione con Ventura ct, oltre che la zampona a Palermo) i baldi discendenti di Alessandro Magno impediscano all’Italia di partecipare alla fase finale di un altro torneo internazionale.

Italia, i candidati per il post Mancini

Tempi e obiettivi: Gravina sa di non poter fallire e così punta a un tecnico esperto e che offra ampie garanzie di successo. I candidati? Sostanzialmente due: Luciano Spalletti e Antonio Conte, con il primo che fino a ieri sera veniva accreditato di un certo vantaggio. Ufficialmente la Figc avvierà oggi i colloqui diretti con i tecnici, ma in realtà contatti esplorativi ci sono già stati nella giornata di ieri e nessuno dei due candidati ha chiuso alla possibilità di sedere sulla panchina azzurra. Al di là delle indubitabili capacità e competenze professionali, a facilitare il compito di Gravina c’è la contingenza che entrambi sono senza contratto e, dunque, la Figc non è costretta a derogare alla propria regola di non andare a “disturbare” i club.

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Nazionale, la situazione legata a Spalletti

Spalletti, in realtà, è gravato da una clausola di 3 milioni e 250 mila euro che andrebbe versata al Napoli, ma c’è da scommettere che Aurelio De Laurentiis sia disposto a concedere uno sconto, e non la totale rinuncia per andare incontro alla Nazionale.

Reduce dalla vittoria del titolo con il Napoli, dopo l’ufficializzazione del divorzio dai campioni d’Italia, lo stesso Spalletti aveva dichiarato che «Allenare una Nazionale è un lavoro particolarmente stimolante». Certo nemmeno lui poteva immaginare che la svolta si sarebbe palesata così presto e, per di più, per l’Italia. A suo favore gioca anche il peso dell’ingaggio - 3,5 milioni - percepito dal Napoli e sostenibile per le casse federali.

Italia, Conte frenato da un ingaggio sontuoso

Un aspetto che invece complica un poco la trattativa con Conte che porta in dote dal Tottenham un ingaggio sontuoso da 10 milioni netti. È logico, però, che per agevolare il proprio ritorno a Coverciano dopo il biennio 2014-2016, Conte sia disponibile a discutere questi parametri, ma qui entra in gioco il tempo necessario per portare avanti una trattativa del genere che si scontra invece con la fretta di Gravina. Che, lo ripetiamo, vuole però anche andare sul sicuro ed evitare quelle che dal suo entourage definiscono “scommesse”. Al netto della stima che ha sempre nutrito per la “generazione mondiale del 2006”, infatti è convinto che non sia ancora maturo il tempo per affidare la panchina azzurra a tecnici come Fabio Grosso, Daniele De Rossi (che peraltro ha già lavorato, con molto apprezzamento, nello staff di Mancini) o Fabio Cannavaro. No, ora è il tempo di muoversi su terreni solidi perché anche solo l’ipotesi di non qualificarsi agli Europei di Germania fa tremare i polsi in Figc.

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Nazionale, addio anche allo staff di Mancini

L’improvviso addio di Mancini, peraltro, mette in discussione anche tutta l’impalcatura del nuovo assetto con cui lo stesso Gravina ha ridisegnato il Club Italia.

A cominciare dallo staff, perché è prevedibile che Mancini voglia affrontare le nuova avventura in Arabia (ieri sera si è diffusa la notizia della firma imminente) accompagnato dai suoi fedelissimi Fausto Salsano, Attilio Lombardo (la cui partenza aprirebbe un buco sulla panchina dell’Under 20 dove è appena stato dirottato) mentre è da capire se lo seguirà anche Chicco Evani che ha deciso di lasciare il gruppo azzurro per il desiderio di lavorare in autonomia, al di là delle notizie di dissapori tra i due per alcune scelte nelle convocazioni, ridimensionate dallo stesso Evani. È chiaro, poi, che molto incideranno anche le argomentazioni economiche visto che i compensi ai collaboratori saranno ovviamente proporzionati ai 20 milioni elargiti a Mancini. Ma questo, adesso, non è più un problema di Gravina.

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La palla, più che mai avvelenata, ora è nella metà campo di Gabriele Gravina che non può assolutamente rischiare di sbagliare la prossima mossa. Il presidente federale ha tutti gli occhi puntati su di sé: quelli dei tifosi azzurri, dell’opinione pubblica e, particolarmente acuminati, della politica e non solo sportiva che aspetta di valutare come si muoverà per scegliere l’erede di Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale.

Ma, soprattutto, ha una fretta tremenda perché incombono due partite di qualificazione agli Europei di cui la prima, il 9 novembre, a Skopje contro la Macedonia: ricorda qualcosa? Ecco, sarà appena il caso di evitare che per la terza volta consecutiva (sì, ci misero molto più che lo zampino anche nella disastrosa eliminazione con Ventura ct, oltre che la zampona a Palermo) i baldi discendenti di Alessandro Magno impediscano all’Italia di partecipare alla fase finale di un altro torneo internazionale.

Italia, i candidati per il post Mancini

Tempi e obiettivi: Gravina sa di non poter fallire e così punta a un tecnico esperto e che offra ampie garanzie di successo. I candidati? Sostanzialmente due: Luciano Spalletti e Antonio Conte, con il primo che fino a ieri sera veniva accreditato di un certo vantaggio. Ufficialmente la Figc avvierà oggi i colloqui diretti con i tecnici, ma in realtà contatti esplorativi ci sono già stati nella giornata di ieri e nessuno dei due candidati ha chiuso alla possibilità di sedere sulla panchina azzurra. Al di là delle indubitabili capacità e competenze professionali, a facilitare il compito di Gravina c’è la contingenza che entrambi sono senza contratto e, dunque, la Figc non è costretta a derogare alla propria regola di non andare a “disturbare” i club.

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