La palla, più che mai avvelenata, ora è nella metà campo di Gabriele Gravina che non può assolutamente rischiare di sbagliare la prossima mossa. Il presidente federale ha tutti gli occhi puntati su di sé: quelli dei tifosi azzurri, dell’opinione pubblica e, particolarmente acuminati, della politica e non solo sportiva che aspetta di valutare come si muoverà per scegliere l’erede di Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale.
Ma, soprattutto, ha una fretta tremenda perché incombono due partite di qualificazione agli Europei di cui la prima, il 9 novembre, a Skopje contro la Macedonia: ricorda qualcosa? Ecco, sarà appena il caso di evitare che per la terza volta consecutiva (sì, ci misero molto più che lo zampino anche nella disastrosa eliminazione con Ventura ct, oltre che la zampona a Palermo) i baldi discendenti di Alessandro Magno impediscano all’Italia di partecipare alla fase finale di un altro torneo internazionale.
Italia, i candidati per il post Mancini
Tempi e obiettivi: Gravina sa di non poter fallire e così punta a un tecnico esperto e che offra ampie garanzie di successo. I candidati? Sostanzialmente due: Luciano Spalletti e Antonio Conte, con il primo che fino a ieri sera veniva accreditato di un certo vantaggio. Ufficialmente la Figc avvierà oggi i colloqui diretti con i tecnici, ma in realtà contatti esplorativi ci sono già stati nella giornata di ieri e nessuno dei due candidati ha chiuso alla possibilità di sedere sulla panchina azzurra. Al di là delle indubitabili capacità e competenze professionali, a facilitare il compito di Gravina c’è la contingenza che entrambi sono senza contratto e, dunque, la Figc non è costretta a derogare alla propria regola di non andare a “disturbare” i club.