Europei in Italia, tutti i precedenti: dalla monetina alla doppia finale

Gli azzurri ospiteranno, insieme alla Turchia, l'edizione del 2032. Cosa è successo in passato? Dalla storica manifestazione del '68 al 1980, fino al torneo itinerante
Europei in Italia, tutti i precedenti: dalla monetina alla doppia finale

Da ora al 2032 nasceranno nuove generazioni, evolverà la tecnologia, forse ci saranno nuovi stadi e sicuramente altri calciatori, ma già l'occhio cade sull'Europeo assegnato all'Italia e alla Turchia. Nuove notti magiche per cercare di ripetere la storia già scritta in passato. Ed è un libro pieno di vittorie. L'ultima nel torneo itinerante del 2021, unico per essersi disputato in un anno dispari, a causa del Covid. La Nazione azzurra e questa manifestazione hanno dato vita ad intrecci ed eventi di cui ancora si parla, con leggende metropolitane a fare da contorno. Dalla monetina contro l'Urss al replay contro la Jugoslavia, fino al torneo senza semifinale.

L'Europeo del 1968 e la monetina contro l'Urss

In un'Italia sempre più movimentata per i moti studenteschi, la rivoluzione l'ha fatta anche l'Italia di Valcareggi. Il format dell'Europeo era diverso rispetto a quello attuale. Si partiva con le qualificazioni a eliminazione diretta con l'introduzione dei gironi, con le vincenti dei vari gruppi pronte poi a sfidarsi in una sorta di playoff per ottenere il pass per la fase finale della manifestazione. Nel 1968 l'Uefa ha dato agli azzurri la possibilità di giocare in casa in occasione dei 70 anni della Figc. Il ct ha dovuto convivere con una brutta situazione: l'infortunio di Riva e i tanti dubbi sul suo rientro. Inizialmente non ha giocato, non poteva rischiarlo. L'Italia, anche senza "Rombo di tuono", ha superato la Bulgaria e si è qualificata per la semifinale contro l'Unione Sovietica, che quattro anni prima aveva estromesso gli azzurri dalla competizione.

La partita, giocata al San Paolo (ora Maradona) di Napoli è passata alla storia per un evento particolare: il lancio della monetina al termine del match. Il motivo? La gara in campo è terminata 0-0  e ancora non erano previsti i calci di rigore, poi inseriti nel regolamento nel 1970. A scegliere la finalista ci ha pensato la sorte. I capitani, in gran segreto, da soli hanno fatto da testimoni al momento iconico. Facchetti ha scelto testa, il resto lo sappiamo. La Dea bendata è stata dalla parte dell'ex Inter, che subito è scappato in campo per dare la notizia a suoi compagni e a 75mila tifosi pronti ad urlare di gioia. Finita qui? No, anche la finale non è stata banale. Un copione da film da Oscar. Valcareggi ha trovato sulla sua strada la Jugoslavia. Un match sulla carta equilibrato e così è stato: al gol di Dzajic ha risposto Domenghini. Questa volta però niente 5 franchi svizzeri, non erano previsti per assegnare il trofeo. E allora la finale si è dovuta rigiocare. L'altro colpo di fortuna? Il recupero di Riva. Il ct lo ha schierato dal primo, lui ha ricambiato con il gol, 2-0 il finale. Per la prima volta l'Italia è salita sul tetto d'Europa e l'ha fatto nel modo più incredibile.

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Italia 80, l'Europeo senza semifinali

L'Europeo del 1980 non ha avuto lo stesso epilogo, niente vittoria, ma comunque ha lasciato in eredità un'edizione senza semifinali. Nessun errore. La formula era radicalmente diversa rispetto a quella delle precedenti edizioni: il Paese organizzatore è stato designato ancor prima dell'avvio delle qualificazioni e la sua nazionale (quella italiana) è stata ammessa d'ufficio alla fase finale. Le otto squadre sono state divise in due gironi da otto: le prime due hanno conquistato la finale, mentre le seconde la sfida per il terzo e quarto posto (l'ultima della storia). Gli azzurri di Bearzot sono arrivati secondi nel loro gruppo, anche se a pari punti con il Belgio e si sono dovuti accontentare della finalina, poi persa contro la Cecoslovacchia. A trionfare è stata la Germania, in casa nostra, prima della vendetta del 2006.

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L'ultima volta nell'Europeo itinerante

La vittoria nel 2021 è ancora impressa nella nostra mente. Un'estate magica per l'Italia di Roberto Mancini. A differenza dei precedenti tornei, per la prima volta si è giocato in tante nazioni, in un Europeo itinerante. Tra queste anche l'Italia, con l'Olimpico di Roma che ha accompagnato le sfide dei gironi. La Nazione ha accolto la squadra solo nella fase iniziale e non in quella a eliminazione diretta, in un format totalmente opposto rispetto a quello del passato, con molte più partite e tanti Paesi pronti a sognare. Il 2032 lascerà la sua impronta come nei precedenti casi. Lo scopriremo, intanto il conto alla rovescia è iniziato.

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Da ora al 2032 nasceranno nuove generazioni, evolverà la tecnologia, forse ci saranno nuovi stadi e sicuramente altri calciatori, ma già l'occhio cade sull'Europeo assegnato all'Italia e alla Turchia. Nuove notti magiche per cercare di ripetere la storia già scritta in passato. Ed è un libro pieno di vittorie. L'ultima nel torneo itinerante del 2021, unico per essersi disputato in un anno dispari, a causa del Covid. La Nazione azzurra e questa manifestazione hanno dato vita ad intrecci ed eventi di cui ancora si parla, con leggende metropolitane a fare da contorno. Dalla monetina contro l'Urss al replay contro la Jugoslavia, fino al torneo senza semifinale.

L'Europeo del 1968 e la monetina contro l'Urss

In un'Italia sempre più movimentata per i moti studenteschi, la rivoluzione l'ha fatta anche l'Italia di Valcareggi. Il format dell'Europeo era diverso rispetto a quello attuale. Si partiva con le qualificazioni a eliminazione diretta con l'introduzione dei gironi, con le vincenti dei vari gruppi pronte poi a sfidarsi in una sorta di playoff per ottenere il pass per la fase finale della manifestazione. Nel 1968 l'Uefa ha dato agli azzurri la possibilità di giocare in casa in occasione dei 70 anni della Figc. Il ct ha dovuto convivere con una brutta situazione: l'infortunio di Riva e i tanti dubbi sul suo rientro. Inizialmente non ha giocato, non poteva rischiarlo. L'Italia, anche senza "Rombo di tuono", ha superato la Bulgaria e si è qualificata per la semifinale contro l'Unione Sovietica, che quattro anni prima aveva estromesso gli azzurri dalla competizione.

La partita, giocata al San Paolo (ora Maradona) di Napoli è passata alla storia per un evento particolare: il lancio della monetina al termine del match. Il motivo? La gara in campo è terminata 0-0  e ancora non erano previsti i calci di rigore, poi inseriti nel regolamento nel 1970. A scegliere la finalista ci ha pensato la sorte. I capitani, in gran segreto, da soli hanno fatto da testimoni al momento iconico. Facchetti ha scelto testa, il resto lo sappiamo. La Dea bendata è stata dalla parte dell'ex Inter, che subito è scappato in campo per dare la notizia a suoi compagni e a 75mila tifosi pronti ad urlare di gioia. Finita qui? No, anche la finale non è stata banale. Un copione da film da Oscar. Valcareggi ha trovato sulla sua strada la Jugoslavia. Un match sulla carta equilibrato e così è stato: al gol di Dzajic ha risposto Domenghini. Questa volta però niente 5 franchi svizzeri, non erano previsti per assegnare il trofeo. E allora la finale si è dovuta rigiocare. L'altro colpo di fortuna? Il recupero di Riva. Il ct lo ha schierato dal primo, lui ha ricambiato con il gol, 2-0 il finale. Per la prima volta l'Italia è salita sul tetto d'Europa e l'ha fatto nel modo più incredibile.

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