Capello di fuoco: “Spalletti, lascia con un bel vaffa. Caso Acerbi? Spaccherei tutto”

L’ex allenatore a ruota libera sul terribile momento che sta attraversando la Nazionale: “Non ci sono più scuse. Ranieri il nome giusto”

Il momento della Nazionale, gli errori di Luciano Spalletti, la gestione dei calciatori italiani in Serie A. A parlare di tutto questo è Fabio Capello, ex allenatore e commissario tecnico ed oggi opinionista tv, che è stato ospite di 'Radio Anch'io Sport' su Rai Radio 1. Oggi per gli azzurri, dopo il pesante ko con la Norvegia, l'impegno contro la Moldavia nel secondo match di qualificazione ai prossimi Mondiali, in quella che sarà l'ultima gara di Spalletti in qualità di commissario tecnico.

Capello: Italia-Moldavia e gli italiani in A

Così Capello, a partire dalla sfida di questa sera: "I giocatori non possono nascondersi. Ci vuole qualcosa di diverso. Devono correre, onorare la maglia azzurra e passare meno la palla al portiere e più al centravanti. Non ci sono scusanti. Questa sera voglio vedere l'animus pugnandi mancato in questo periodo. Voglio vedere gente che si aiuta. In un momento triste per Spalletti, sarebbe bello lasciare con una bella vittoria, magari con un bel vaffa, come a dire ai ragazzi 'ma perché non l'avete fatto prima?!'". E ancora: "La passività dell'altra sera contro la Norvegia è stata una cosa bruttissima. Ora non ci sono scusanti. Vogliamo rivedere nei giocatori corsa, gioco, aiuto al compagno di squadra. Quando si arriva a questo punto, la responsabilità è di tutti. Davanti a un disastro del genere, bisogna avere il coraggio di ammettere le proprie colpe".

Sulla situazione degli italiani in A: "Nel nostro campionato giocano poco, non li fanno giocare. Si preferisce prendere stranieri, magari neanche così validi, che far giocare i nostri. Chi ha vinto il campionato, il Napoli, e chi è arrivato seconda con una finale di Champions, l'Inter, sono le squadre che hanno più giocatori italiani. Il Milan ne ha uno, la Juve due o tre. Non abbiamo il coraggio di far giocare i giocatori italiani e farli crescere. Senza parlare poi dei sistemi di gioco: ormai il dribbling è vietato. Non saltiamo più l'uomo. Tutto questo va ripensato nelle scuole calcio, in Federazione, a Coverciano".

 

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"Esempio Yamal. Calafiori, Buongiorno e Acerbi..."

Sulle parole di Velasco e la sua provocazione, secondo cui 'Uno come Yamal in Italia non giocherebbe', Capello si è detto concorde: "Ha ragione, in Italia non avrebbe giocato sicuramente all'età che aveva in prima squadra, non avrebbe fatto l'Europeo. Faccio un altro esempio: perché l'Ajax sforna giovani giocatori? Perché li mettono in campo, sbagliano e li rimettono in campo. Bisogna intravedere le qualità, il potenziale e le prospettive. Se si pensa solo al risultato, è molto difficile. Bisogna puntare sulla tecnica e noi l'abbiamo dimenticato".

Spalletti ieri in conferenza ha parlato della mancanza di attaccamente alla Nazionale, e Capello sposta l'attenzione sul comportamento di alcuni calciatori in tema Italia: "Sicuramente le cose non andavano bene, soprattutto il fatto che molti giocatori non volevano andare in Nazionale. Questa è una cosa molto brutta, non avrei mai pensato potesse succedere. Giocatori come Calafiori, che dicono che devono andare a curarsi e la settimana prima aveva giocato. Buongiorno la stessa cosa. Poi il caso Acerbi: non vengo perché l'allenatore mi dice che sono vecchio. Quando sento che non c'è amore per la maglia azzurra, mi viene un magone e una rabbia che spaccherei tutto. Mi fa venire il nervoso sentire il loro nome. Uno che abbandona la Nazionale non sente l'amore e la responsabilità per la maglia azzurra, lasciamo perdere".

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"Cosa non è riuscito a dare Spalletti. Ranieri..."

Quella di stasera sarà l'ultima partita di Spalletti sulla panchina dell'Italia: "La squadra non aveva un gioco, Spalletti voleva giocare in un certo modo, i giocatori invece non hanno assorbito gli schemi che lui voleva vedere in campo. Ho seguito gli Europei in Germania, è stata una cosa penosa, mi sono anche vergognato in certi momenti nel vedere una pochezza in campo di questo tipo. L'abbiamo rivista, c'è qualcosa che non funziona, qualcosa che Spalletti non è riuscito a dare alla squadra. Quando c'è questo contrasto, è difficile andare avanti. In questo momento i responsabili numeri uno sono i giocatori".

Sulla possibilità che il ct diventi Claudio Ranieri: "Lui è il nome giusto. Ha preso la Roma che non stava andando bene e ha fatto un miracolo. Ranieri è un uomo d'esperienza, che conosce tutti i giocatori della Nazionale ed è capace di entrare nella testa dei giocatori. Credo sia il più adatto a gestire la Nazionale, per esperienza e carisma".

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Ritorno di Spalletti in Serie A e l'invito all'Inter

Spalletti potrà riallenare subito in Serie A? "Dipende da lui, se ha subito voglia di rimettersi in gioco o vuole passare un anno a meditare sugli errori commessi. Dopo le sconfitte, rimettersi in gioco ti dà la possibilità di superare questo  momento, ma non è facile. Dipenderà dalla sua sensibilità e dalla sua voglia di fare".

Così Capello, che rimarca anche la differenza che intercorre tra il ruolo di ct e quello di allenatore: "È un altro mestiere, un altro lavoro. Devi cercare di trovare i migliori giocatori e farli rendere al  massimo e di creare lo spirito di squadra. Per questo Ranieri è abile in questi punti. La cosa più importante sarebbe avere un gruppo storico di una squadra, in questo momento sembra che la cosa che rappresenti di più l'Italia sia l'Inter e quindi chiederei ai giocatori dell'Inter di riportare quello spirito di squadra che è mancato in questo momento".

 

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Il momento della Nazionale, gli errori di Luciano Spalletti, la gestione dei calciatori italiani in Serie A. A parlare di tutto questo è Fabio Capello, ex allenatore e commissario tecnico ed oggi opinionista tv, che è stato ospite di 'Radio Anch'io Sport' su Rai Radio 1. Oggi per gli azzurri, dopo il pesante ko con la Norvegia, l'impegno contro la Moldavia nel secondo match di qualificazione ai prossimi Mondiali, in quella che sarà l'ultima gara di Spalletti in qualità di commissario tecnico.

Capello: Italia-Moldavia e gli italiani in A

Così Capello, a partire dalla sfida di questa sera: "I giocatori non possono nascondersi. Ci vuole qualcosa di diverso. Devono correre, onorare la maglia azzurra e passare meno la palla al portiere e più al centravanti. Non ci sono scusanti. Questa sera voglio vedere l'animus pugnandi mancato in questo periodo. Voglio vedere gente che si aiuta. In un momento triste per Spalletti, sarebbe bello lasciare con una bella vittoria, magari con un bel vaffa, come a dire ai ragazzi 'ma perché non l'avete fatto prima?!'". E ancora: "La passività dell'altra sera contro la Norvegia è stata una cosa bruttissima. Ora non ci sono scusanti. Vogliamo rivedere nei giocatori corsa, gioco, aiuto al compagno di squadra. Quando si arriva a questo punto, la responsabilità è di tutti. Davanti a un disastro del genere, bisogna avere il coraggio di ammettere le proprie colpe".

Sulla situazione degli italiani in A: "Nel nostro campionato giocano poco, non li fanno giocare. Si preferisce prendere stranieri, magari neanche così validi, che far giocare i nostri. Chi ha vinto il campionato, il Napoli, e chi è arrivato seconda con una finale di Champions, l'Inter, sono le squadre che hanno più giocatori italiani. Il Milan ne ha uno, la Juve due o tre. Non abbiamo il coraggio di far giocare i giocatori italiani e farli crescere. Senza parlare poi dei sistemi di gioco: ormai il dribbling è vietato. Non saltiamo più l'uomo. Tutto questo va ripensato nelle scuole calcio, in Federazione, a Coverciano".

 

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