Italia, le colpe hanno molti padri. Ma ora si agisca

L'eliminazione degli azzurrini, per quanto umiliante, è solo una goccia
Italia, le colpe hanno molti padri. Ma ora si agisca© EPA

Siamo onesti, se la deviazione di Cambiaghi fosse stata più bassa di cinque centimetri, finendo dentro invece che sulla traversa, oggi nessuno approfondirebbe i problemi del calcio italiano, ma ragionerebbero tutti sull’avversario dei quarti all’Europeo Under 21, elogiando il buon lavoro di Nicolato o di qualcuno dei protagonisti in campo. Una verità che rende più fragili le riflessioni e più deboli le accuse, perché non possono essere cinque centimetri differenza a rinforzare o sradicare un’analisi.

Tuttavia, anche il più incosciente degli ottimisti non avrebbe il cuore di sostenere che tutto sommato il nostro pallone è in salute. Perché è sgonfio, malconcio e l’eliminazione degli azzurrini, per quanto umiliante, è solo una goccia. Quella che, in un Paese normale, dovrebbe far traboccare il vaso, ma non lo siamo e, almeno questo, non è colpa di Gravina o della Figc, anzi è la principale attenuante, perché il sistema calcio poggia su un sistema Paese che lo ha contagiato con alcuni dei suoi atavici problemi.

Gravina, la facciamo l'Italia?

Insomma, ci sono tante colpe e tanti padri del disastro, che buttarne uno in pasto all’opinione pubblica è operazione retorica, ingiusta e soprattutto poco costruttiva. E in questo momento al calcio italiano serve costruire, non distruggere. Ci è parso, nel corso degli ultimi sei mesi, che il problema più urgente da risolvere fosse stabilire la gravità delle violazioni contabili della Juventus per poi punirla adeguatamente. Ora nonostante la Juventus sia stata punita, il nostro calcio ci sembra avere i problemi di sempre: fatica a progettare invece di improvvisare, riformarsi dove è necessario, decidere invece di trovare compromessi.

Si parla, quello sì, si parla moltissimo, ma si agisce poco. Ci si indigna e ci si autoassolve nel corso della stessa intervista. E poi si promette, si promette tantissimo e non si mantiene niente, che è proprio un classico italiano più della pizza e di Nel blu dipinto di blu. Il calcio è una risorsa di questo Paese, se gestito bene potrebbe produrre ricchezza non solo divertimento e passione. Presidente Gravina, ci rivolgiamo a lei in modo simbolico perché l’appello è a tutto il sistema, la facciamo l’Italia? Per carità l’alternativa non è il “o si muore” di Garibaldi, ma un meno grave e più deprimente, ci si fa l’ennesimo autogol.

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