Il corteggiamento della Juventus nei confronti di Jonathan David ha radici lontane, che affondano nella precedente gestione dirigenziale: Cristiano Giuntoli, che in carriera si è trovato spesso a trattare calciatore del Lille, lo seguiva da tempo e aspettava il momento migliore per poterselo accaparrare. Bisognava, insomma, attendere la fine del contratto con il club francese per poter andare a trattare direttamente con l’entourage del giocatore canadese, che ha dimostrato a livello internazionale - in Champions League ma pure con la sua Nazionale - di poter reggere l’urto anche in palcoscenici più prestigiosi, con il massimo rispetto, della Ligue 1.
La pista David e il nodo commissioni
La pista per David sembrava a un certo punto essersi infilata su un binario morto, quando la dirigenza juventina è andata incontro a una rivoluzione che ha azzerato quanto portato avanti in precedenza. Ma il discorso non vale proprio per tutto e per tutti: dopo che i discorsi per il canadese si erano raffreddati, la gestione Comolli (in attesa delle nomine ufficiali di direttore sportivo e direttore tecnico) ha ripreso le fila del discorso con lo staff di David per capire quale sia la fattibilità dell’operazione, a livello tecnico ed economico. Ricevendo, di fatto, una disponibilità di massima e pure una preferenza dell’attaccante nei confronti della soluzione bianconera: la Juventus sarebbe anche disposta ad accontentare il giocatore a livello di ingaggio avvicinandosi quanto più possibile, anche con i bonus, ai 7 milioni richiesti. Il nodo rimane l’alta richiesta di oneri accessori, tra commissioni e bonus alla firma: si parla di addirittura 30 milioni, che possono scendere a 20 trattando il giusto, anche se la Juventus vorrebbe spendere ancora meno.

