© Claudio ZamagniMILANO - Di derby, seppur tutti con la maglia nerazzurra, ne ha giocati ben 44. Meglio di lui solamente i due totem dei club milanesi, ovvero Maldini (56) e Zanetti (47). Beppe Bergomi ha scritto pagine della storia dell’Inter e da anni è uno dei più stimati commentatori tecnici della squadra di Sky.
Bergomi, c’è un favorito per la sfida di domani sera? «L’Inter arriva meglio alla partita. Ha una classifica migliore, ha vissuto due settimane lontano dalle polemiche, in questo momento ha una solidità e una tenuta mentale più forti, nonostante il gioco in diverse partite non sia stato all’altezza. Il Milan è in costruzione e onestamente pensavo fosse più avanti in questo processo e credo che lo pensi anche Montella. Purtroppo dopo i grandi cambiamenti estivi il Milan aveva bisogno di risultati per alimentare l’entusiasmo, invece sono arrivate sconfitte pesanti».
Il cambio di sistema può aver aumentato le difficoltà di Montella? «Vincenzo è un tecnico che ama cambiare molto. Al primo anno in rossonero lo ha fatto poco perché aveva il giocatore determinante per le sorti della squadra, Suso, fatto e finito per giocare ala destra nel 4-3-3. Adesso Montella ha cambiato e sta cercando la soluzione migliore per agevolare Suso. Sento dire che potrebbe giocare col 3-4-2-1, potrebbe essere una soluzione perché credo sia giusto far giocare di più Suso e lo stesso Bonaventura, ma così facendo dovrà sempre restare fuori uno fra André Silva e Kalinic. Per me il croato, oggi infortunato, è il centravanti titolare del Milan, André Silva deve crescere ancora molto, anche se ha dimostrato di avere il gol dentro di sé».
Come giudica i problemi riscontrati finora da Bonucci? «Credo che si sia caricato di troppe responsabilità: la fascia, le aspettative dell’ambiente, i discorsi motivazionali in campo e nello spogliatoio. Bonucci ha grande esperienza, ma forse è stato troppo anche per lui perché nel calcio da soli non si combina niente. A Torino aveva poi compagni importanti vicino, al Milan chi lo circonda ha qualità, ma non ancora lo stesso spessore di gente come Barzagli o Chiellini. Sono convinto, però, che presto vedremo il miglior Bonucci».