Serie Asl, tutte le incoerenze della stagione Covid

Oggi si gioca una partita con due positivi rinviata per... due positivi
Serie Asl, tutte le incoerenze della stagione Covid© ANSA

Oggi, nonostante una delle due squadre abbia due positivi al Covid-19 in rosa, si giocherà una partita che che il 4 ottobre era stata rinviata per la presenza di due positivi nella rosa di una delle due squadre. È la fotografia perfetta della Serie Asl, ovvero la bizzarra collezione di incongruenze che stanno caratterizzando il campionato italiano (e solo quello italiano) ai tempi del virus.

Ed è iniziato tutto il 4 ottobre, quando era in programma Juventus-Napoli diventata la partita fantasma, perché il Napoli aveva Zielinski ed Elmas positivi e, dopo un fitto carteggio tra la Asl e la società azzurra, era arrivato il divieto di lasciare il capoluogo campano. La giustizia della Figc aveva assegnato la sconfitta a tavolino al Napoli che, secondo il protocollo siglato proprio dalla Figc e dal Governo, avrebbe potuto affrontare la trasferta, ma il 22 dicembre il Collegio di Garanzia presso il Coni ha ribaltato tutto e stabilito che le Asl possono passare sopra il protocollo. E da lì è scattato un “liberi tutti” che ha confuso i tifosi, che hanno iniziato a farsi domande. Quelli del Genoa si sono chiesti perché la loro squadra aveva giocato, proprio a Napoli, il 27 settembre nonostante avesse 3 giocatori in isolamento per Covid. Partita vinta dal Napoli per 6-0. Gli stessi tifosi del Genoa, che proprio in quel periodo hanno visto scoppiare il focolaio nello spogliatoio rossoblù, hanno poi visto la loro squadra sconfitta a Verona, dove Maran aveva dovuto rinunciare a 16 giocatori. Quelli del Parma si sono chiesti perché la loro squadra aveva affrontato la trasferta a Udine (partita persa 2-1) nonostante 6 giocatori positivi e la stessa Asl avesse provato a fermare la trasferta. I dirigenti del Parma, però, avevano messo in contatto la Asl con la Lega Serie A e alla squadra era stato consentito di applicare il protocollo. E, come il Parma, hanno agito praticamente tutti per un po’ di mesi.

Il 13 gennaio, ancora la Asl di Napoli inseriva una nuova variante (per rimanere in tema): 3 giocatori e il tecnico dell’Empoli, che affrontava gli azzurri in Coppa Italia, venivano bloccati in albergo. Il motivo? Erano stati sul volo Bologna-Lampedusa del 4 gennaio, sul quale si era scoperto successivamente esserci un positivo. Nessuno ha mai più applicato questo criterio che, in teoria, avrebbe dovuto bloccare tutti i nazionali azzurri che avevano viaggiato con Bonucci di ritorno dalla Lituania.

Il 26 febbraio la Asl di Torino stoppa il Torino, dove ci sono 7 positivi e rinvia la partita contro il Sassuolo. Sempre il Torino, ancora fermato dalla Asl, non si presenta a Roma per la partita contro la Lazio il 2 marzo. Sembra un nuovo Juventus-Napoli, ma la Figc ha accolto la sentenza del Coni del 22 dicembre e avalla la decisione. La stessa Asl di Torino, con i tre giocatori positivi della Juventus (da ieri diventati due con la guarigione di Demiral) non ha ritenuto necessario rinviare la partita contro il Napoli di oggi pomeriggio. La Asl spiega che: «Ovviamente faremo verifiche e vigileremo, ma per ora la situazione è questa. Il focolaio è stato in parte contenuto per il fatto che i giocatori sono stati isolati. Al momento le positività non sono tali da giustificare un intervento drastico». Ma i tifosi sono confusi, perché la Ats di Milano il 21 marzo ha rinviato la partita Inter-Sassuolo perché nell’Inter c’erano quattro positivi: D’Ambrosio, Handanovic, De Vrij e Vecino. Cosa distingue un «focolaio che richiede un intervento drastico» da tre contagi che invece non lo richiedono, essendo le abitudini delle squadre pressoché identiche? E ancora: esiste un criterio unico tra le Asl per giudicare o in ogni regione si usano criteri non proprio omogenei?

L’utilizzo dei giocatori azzurri venuti a contatto con il focolaio della Nazionale ha presentato asimmetrie. Il Sassuolo li ha isolati e rinuncerà Locatelli e Ferrari anche oggi nel recupero contro l’Inter. Gli altri club li hanno utilizzati e sono emerse positività di giocatori scesi in campo sabato (Bernardeschi e Sirigu, per esempio). Anche in questo caso, dunque, ognuno ha fatto un po’ gli pareva. E se i tifosi non capiscono il perché, è un loro problema.

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