Lazio-Juve 0-2: Bonucci firma la sua prima doppietta. Allegri aggancia Sarri

I bianconeri ripartono bene dopo la sosta. All'Olimpico decidono due tiri impeccabili dal dischetto del capitano
Lazio-Juve 0-2: Bonucci firma la sua prima doppietta. Allegri aggancia Sarri© ANSA

ROMA - I due rigori non devono nascondere le tante occasioni con cui la Juventus legittima la sua vittoria all'Olimpico sulla Lazio per 2-0. I due rigori non devono nascondere alcuni problemi di precisione in fase offensiva della stessa Juventus. Ma i due rigori, netti peraltro, decretano un risultato giusto per quello che si è visto in campo e rilanciano la Juventus all'inseguimento. Di cosa esattamente lo decideranno più avanti, ma per i bianconeri adesso è fondamentale continuare a correre. E fermare le avversarie dirette come la Lazio.

Le buone notizie

Nella vittoria dell'Olimpico, oltretutto, la Juventus trova anche qualche buona notizia. Primo, la solidità della squadra, che si era rivista nella soffertissima vittoria contro la Fiorentina, si conferma un fattore vincente: se la squadra si difende con attenzione, diventa difficile perfino impegnare Szczesny. Secondo, la sostanza del gioco, che non è certamente bello, ma ha trovato nella coppia Locatelli-McKennie un modo per far quadrare le cose a centrocampo per senza idee brillantissime o colpi di genio. Terzo, Chiesa è un giocatore strepitoso per efficacia (nel secondo tempo è un'emicrania per la Lazio) e determinante, così come Cuadrado che gioca da terzino, ma spesso si fa vedere da ala. Insomma, resta ancora una squadra che deve costruire l'affidabilità, ma ha qualcosa di autentico su cui appoggiare le sue speranze.

Il dizionario

La Lazio, invece, manca proprio di quella concretezza che la Juventus ha sfoggiato a casa sua. Non basta l'inizio aggressivo e palleggiato, quando il gioco si fa duro la Lazio non riesce mai a far paura alla Juventus, un po' come quando il Napoli di Sarri si impigliava nelle Juventus di Allegri qualche anno fa. Ma buttarla sul Corto Muso che ha battuto il Sarrismo è solo un esercizio retorico e non racconta la partita. Di Sarrismo, per esempio, se n'è visto pochino. E la Juventus che cerca il terzo gol dopo aver segnato il secondo non è Cortomusismo. Non serve il dizionario per capire Lazio-Juventus.

Primo tempo

Non è una bella partita: la Lazio inizia più fluida e convincente nella manovra, ma non fa mai paura a Szczesny; la Juventus chiude tutti gli spazi, si difende con concentrazione e, forse un po' mano sciolta della Lazio, compare comunque nella metà campo avversaria. E fa più male. E non solo perché al 22' viene concesso il calcio di rigore per il fallo, netto, di Cataldi su Morata in mezzo all'area, trasformato da Leonardo Bonucci di prepotenza. Ma perché le sortite offensive bianconere creano pericoli più concreti alla difesa laziale, come la mezza rovesciata di Morata e il dribbling di Chiesa in area che crea una mischia rischiosissima per Reina. La Lazio, da parte sua, spende più energie per protestare contro l'arbitro che per sviluppare qualcosa di ficcante a livello offensivo.

Secondo tempo

Nella ripresa la partita si anima: il ritmo sale, di conseguenza pure la stanchezza e le squadre si allungano e sbagliano qua e là. Ne escono più emozioni, la Juventus in contropiede è micidiale e viene fermata solo da... Kulusevski (entrato nel primo tempo per l'infortunato Danilo) che per due volte va a frenare una fuga portata avanti da Chiesa, ma nelle occasioni bianconere vanno aggiunte quella di Bonucci da due passi al 49' e di Morata 69' ben servito da Kulusevski. Poi all'81' arriva il secondo rigore per la Juventus: contropiede del solito Chiesa, lanciato da Kulusevski, supera Reina in dribbling e quando sta per aggiustarsi la palla viene travolto dallo stesso Reina che tocca sì il pallone, ma commette anche fallo sull'azzurro. Torna sul dischetto il capitano Bonucci e firma la sua prima doppietta in modo davvero inusuale. Seguono ancora due occasioni per Kean, entrato al posto di uno spento Morata. E la Lazio? Nervosa e poco ficcante, va a sbattere contro la difesa juventina, non trova praticamente mai un uomo in area e vede Milinkovic-Savic imbavagliato da un Rabiot che si sacrifica per evitare che l'eclettico centrocampista laziale possa ispirare i compagni. È difficile, dunque, sostenere che la vittoria della Juventus non sia meritata, considerate le occasioni avute dai bianconeri, tante, e le pochissime della Lazio.

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