Il raggio di Maria Sole illumina 1.700 arbitre di una nuova era

Il raggio di Maria Sole illumina 1.700 arbitre di una nuova era© /Ag. Aldo Liverani Sas

La Federazione Italiana Giuoco Calcio si costituì a Torino il 26 marzo 1898 con il nome di Federazione Italiana del Football (Fif). Sotto la sua egida, lo stesso anno nacque il primo campionato di Serie A, vinto dal Genoa in 124 anni, mai prima di oggi, domenica 2 ottobre 2022, un’arbitra ha diretto una partita di Serie A. Accade in occasione di Sassuolo-Salernitana e si capisce perché la ribalta sia tutta per la dottoressa Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni, nata a Livorno, laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Pisa, laurea magistrale in Sociologia all’Università di Firenze, dottoranda all’Università di Bergamo, ricercatrice della Fondazione Adapt (Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del lavoro e sulle Relazioni Industriali).

Maria Sole è entrata nell’Associazione Italiana Arbitri quando aveva 17 anni. Il 14 novembre 2015 ha debuttato in Serie D (Levico-Atletico San Paolo Padova): in meno di sette anni ha salito a uno a uno i gradini che l’hanno portata allo storico appuntamento odierno, dopo avere già diretto una gara di Coppa Italia (5 agosto scorso, Sampdoria-Reggina). La descrivono molto preparata quanto determinata, autorevole e non autoritaria, assolutamente all’altezza del ruolo, nella settimana in cui le elezioni politiche hanno sancito la vittoria di Giorgia Meloni, prima donna candidata in pectore alla Presidenza del Consiglio e la nomina di Samantha Cristoforetti a prima donna europea comandante della stazione spaziale. Con malcelato orgoglio, Alfredo Trentalange, il presidente degli arbitri, ha rimarcato: «Questa è una designazione arrivata per merito e capacità. Ferrieri Caputi se l’è guadagnata, con impegno e professionalità. L’esordio in A del primo arbitro donna rappresenta il successo del lavoro sul movimento arbitrale femminile su cui puntiamo molto con 1.700 ragazze in organico. Il debutto nel massimo torneo di Maria Sole è un risultato per tutta l’Aia e i suoi 30 mila associati, fra cui 8 mila giovani che ogni domenica scendono sul terreno di gioco e devono sopportare situazioni che non possiamo sottacere come la violenza, contro la quale speriamo di non essere costretti a prendere iniziative forti». Parole giuste, parole sante. Nel segno di una meritocrazia conclamata, ben oltre qualunque disquisizione sulla parità di genere, il raggio di Maria Sole illumina la crescita di un movimento arbitrale femminile che farà un gran bene al calcio italiano. Non di solo Var e VARgogne esso può vivere.

Anche perché, contrariamente a quanto asserito dai vertici della categoria, non bisogna arrampicarsi sui fischietti quando si sbaglia in maniera sesquipedale, come in Juve-Salernitana: semplicemente, occorre chiedere scusa e ripartire. Nel massimo rispetto reciproco. Disse un giorno l’indimenticabile, carissimo Vujadin Boskov: “Rigore è quando arbitro fischia”. In bocca al lupo, Maria Sole. E viva il lupo sempre.

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