Milito tra Genoa, Inter, Real Madrid e Mourinho

L'eroe del Triplete nerazzurro si è raccontanto in una lunga intervista toccando le tappe principali della sua carriera
Milito tra Genoa, Inter, Real Madrid e Mourinho© Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Live

TORINO - L'eroe del Triplete nerazzurro si racconta nuovamente in una lunga intervista al portale spagnolo JotDownSport. Lui, Diego Milito, autentico protagonista dell'anno d'oro dell'Inter di Mourinho nel 2010 in cui si vinse tutto quello che c'era da vincere (Campionato, Coppa Italia e Champions League). "El Principe" avrebbe potuto anche vestire la gloriosa maglia del Real Madrid durante la sua carriera: "Sì, prima di tornare al Genoa e poi all'Inter, il Madrid si è interessato a me. Ho avuto la possibilità di andare, ma non so cosa sia successo alla fine. Ma non mi pento di niente. L'Inter? Già a gennaio si diceva che mi volessero, ma Enrico Preziosi non mi avrebbe mai lasciato partire a metà stagione. Era il 2009 e José Mourinho mi ha chiamato quando tutto era ufficiale. Mi ha accolto, mi ha parlato del club dicendomi cosa avrebbe voluto da me. E' stato molto gentile e affettuoso. Mi ha chiesto se volevo giocare con la maglia 22.  Lo apprezzo per tutto quello che mi ha trasmesso". Ancora Milito sullo "Special One": "Ha un enorme potere di seduzione. Ti convince di ciò che vuole. Riesce ad entrare nel profondo e a gestire molto bene i momenti difficili, è un vincente... Sa quando litigare e accarezzare. Mourinho dentro è piacevole, attento e unico. Mou mi voleva al Real Madrid? Sì, abbiamo parlato. Gli sarebbe piaciuto perché me l'ha detto, ma sapeva che l'Inter non mi avrebbe lasciato andare". Su Eto'o: "È arrivato e si è messo a disposizione della squadra. Ha giocato sulla fascia sinistra e lo ha fatto senza problemi. È fantastico perché ci ha fatto vincere dei titoli. Vedere Eto'o uscire dalla zona dove era sempre decisivo, l'area, per mettersi a disposizione della squadra è stato qualcosa di emozionante. La nostra Inter squadra tattica? Io la vedo al contrario, perché penso che abbiamo giocato con quattro o cinque attaccanti: Samuel, Pandev, Sneijder, Maicon e io. Nell'Inter di Mou i giocatori offensivi hanno fatto sacrifici in difesa. Questo è stato un pregio. Per ottenere tutto ciò è stato necessario anteporre il noi al sé. Abbiamo offerto un notevole supporto e ripeto che abbiamo avuto un taglio molto più offensivo che difensivo", conclude Milito. 

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