TORINO - Vent’anni di plusvalenze, o poco ci manca. L’esordio del sempre più sinistro termine nel mondo del calcio nostrano, quantomeno associato alla sfera della giustizia, affonda le radici nell’ormai lontano 2004. L’impulso, nel solco del nuovo concetto di “doping amministrativo” battezzato dall’allora ad bianconero Antonio Giraudo, arriva da Giuseppe Gazzoni Frascara, storico presidente del Bologna, un cui esposto alla Procura di Roma in cui si ipotizza il reato di “falso in bilancio” genera perquisizioni nelle sedi di 51 delle principali società calcistiche in Italia. La prima ondata di verifiche lascia lungo la strada risultati scarsamente significativi, ma soltanto fino all’anno successivo.
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