Prevenzione, le prime squadre non la fanno
Per prevenire questi fenomeni la Serie A ha avviato da diversi anni un’attività di prevenzione fatta di incontri con tutte le squadre, affidato a un’agenzia internazionale che è il partner principale di Uefa e Fifa in questo settore. Lezioni nel corso delle quali vengono illustrati i rischi pesanti per chi viola le nome che vietano ai tesserati di scommettere sul calcio. Dalla stagione 2018-19 in avanti, però, il programma va avanti solo con le formazioni Primavera e Under 17. Quello con le prime squadre è stato interrotto. Si trattava degli incontri che garantivano i confronti più assidui, visto che i giocatori di Serie A presenziavano ogni anno.
E la ripetizione di questi concetti aumenta la possibilità di fare breccia, anche se ovviamente non basta a eliminare il problema alla radice. Il modello di prevenzione italiano ha conquistato favori anche all’estero. La Bundesliga, ad esempio, lo ha imitato nelle ultime stagioni. Ridurre al minimo i pericoli di danni di immagine, al di là della necessità ancora più importante di fare il massimo per tutelare le carriere dei giovani calciatori, diventa fondamentale per i grandi campionati europei che ricevono da tv e streaming la fetta più consistente dei loro ricavi.