Pagina 2 | Serie A, anche i diritti tv travolti dallo scandalo scommesse?

Una coincidenza non particolarmente benevola per la Serie A. Il nuovo scandalo scommesse del calcio italiano è esploso proprio nei giorni che precedono il momento chiave dell’assegnazione dei diritti tv 2024-29. Lunedì è stata convocata l’assemblea di Lega chiamata a decidere sulle offerte formulate da Dazn, Mediaset e Sky. Le ultime notizie inevitabilmente proiettano un’immagine negativa. Anche se ormai le proposte economiche degli operatori sono state formulate. Quindi i giochi da questo punto di vista sono fatti.

La questione potrebbe avere una rilevanza in caso di mancata chiusura della procedura da parte dei club durante la riunione tra 48 ore in Via Rosellini. Con la necessità di tornare a rivolgersi al mercato, anche se l’intenzione della Serie A sembra quella di passare all’esame dei progetti finanziari di creazione del nuovo canale della Lega. Viene anche fatto notare che la Premier League, in testa a tutti i tornei del mondo per ricavi da diritti tv, ha avuto nelle ultime stagioni diversi casi di calciatori squalificati per aver violato i regolamenti sulle scommesse. È successo a Toney, Sturridge e Trippier. E per sospetti legati a un giro di scommesse tra Inghilterra e Brasile è saltato il trasferimento di Paquetà dal West Ham al Manchester City.

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Prevenzione, le prime squadre non la fanno

Per prevenire questi fenomeni la Serie A ha avviato da diversi anni un’attività di prevenzione fatta di incontri con tutte le squadre, affidato a un’agenzia internazionale che è il partner principale di Uefa e Fifa in questo settore. Lezioni nel corso delle quali vengono illustrati i rischi pesanti per chi viola le nome che vietano ai tesserati di scommettere sul calcio. Dalla stagione 2018-19 in avanti, però, il programma va avanti solo con le formazioni Primavera e Under 17. Quello con le prime squadre è stato interrotto. Si trattava degli incontri che garantivano i confronti più assidui, visto che i giocatori di Serie A presenziavano ogni anno.

E la ripetizione di questi concetti aumenta la possibilità di fare breccia, anche se ovviamente non basta a eliminare il problema alla radice. Il modello di prevenzione italiano ha conquistato favori anche all’estero. La Bundesliga, ad esempio, lo ha imitato nelle ultime stagioni. Ridurre al minimo i pericoli di danni di immagine, al di là della necessità ancora più importante di fare il massimo per tutelare le carriere dei giovani calciatori, diventa fondamentale per i grandi campionati europei che ricevono da tv e streaming la fetta più consistente dei loro ricavi.

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Prevenzione, le prime squadre non la fanno

Per prevenire questi fenomeni la Serie A ha avviato da diversi anni un’attività di prevenzione fatta di incontri con tutte le squadre, affidato a un’agenzia internazionale che è il partner principale di Uefa e Fifa in questo settore. Lezioni nel corso delle quali vengono illustrati i rischi pesanti per chi viola le nome che vietano ai tesserati di scommettere sul calcio. Dalla stagione 2018-19 in avanti, però, il programma va avanti solo con le formazioni Primavera e Under 17. Quello con le prime squadre è stato interrotto. Si trattava degli incontri che garantivano i confronti più assidui, visto che i giocatori di Serie A presenziavano ogni anno.

E la ripetizione di questi concetti aumenta la possibilità di fare breccia, anche se ovviamente non basta a eliminare il problema alla radice. Il modello di prevenzione italiano ha conquistato favori anche all’estero. La Bundesliga, ad esempio, lo ha imitato nelle ultime stagioni. Ridurre al minimo i pericoli di danni di immagine, al di là della necessità ancora più importante di fare il massimo per tutelare le carriere dei giovani calciatori, diventa fondamentale per i grandi campionati europei che ricevono da tv e streaming la fetta più consistente dei loro ricavi.

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