Juve-Inter, le probabili formazioni: Chiesa con l’X Factor, McKennie fondamentale

Come arrivano le squadre di Allegri e Inzaghi al derby d’Italia in programma domenica sera: muro Bremer, prof Mkhitaryan

Stato di forma e condizione mentale, a pochi giorni dalla partitissima di Torino tra Juventus e Inter ecco come stanno i probabili titolari. Szczesny, Gatti e Rugani hanno dato certezze, Rabiot è salito mentre Kean è a metà strada. Lautaro Martinez è un bomber, Dimarco e Thuram sono invece le sue munizioni. Barella? Oltre la ‘garra’ serve di più.

Szczesny 7.5

Un solo passaggio a vuoto, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, in una giornata stortissima non solo per lui. Per il resto è stato un’assoluta sicurezza.

Sommer 7

Fargli gol è un’impresa (è rimasto imbattuto in 10 delle 16 gare in stagione, Champions compresa), ma - soprattutto - l’impresa l’ha fatta lui mandando in soffitta il poster di Onana senza che nessuno abbia i lucciconi.

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Gatti 7.5

Alla terza giornata a Empoli si è preso il posto da titolare senza più mollarlo. L’infortunio di Alex Sandro lo ha agevolato, ma visto il suo rendimento è difficile pensare che il brasiliano avrebbe cambiato le gerarchie. Con Szczesny è stato il peggiore nel tracollo di Reggio Emilia, ma anche per lui è stata la sola macchia in un avvio di stagione impreziosito dal gol che ha sbloccato il derby. E dalla prima da titolare con Spalletti, ulteriore iniezione di autostima.

Darmian 7

Dove lo metti sta ma, alla luce dell’investimento fatto per Pavard (30 milioni), nei piani dell’Inter sarebbe un “dodicesimo”. L’infortunio del francese - il cui rientro in campo è atteso per metà dicembre - lo costringerà agli straordinari al rientro dalle fatiche azzurre. Il che, a gioco lungo, può essere un’incognita.

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Bremer 8

Un muro, ma sempre più a proprio agio con il pallone tra i piedi. Non che lo si possa paragonare al miglior Bonucci, ma dalla scorsa stagione è cresciuto sia in termini di intraprendenza nella scelta delle giocate, sia in termini di precisione nell’esecuzione. Implacabile in marcatura, contro il Cagliari ha anche firmato il primo gol stagionale: difensore totale.

De Vrij 6.5

Rispetto all’ultima stagione, il suo rendimento è lievitato in modo esponenziale. Come tutto il reparto, andrà però misurato alla luce del doppio infortunio patito da Pavard e Bastoni: rotazioni azzerate e rischio che il rendimento cali partita dopo partita.

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Rugani 7.5

Mezzo voto in meno di Bremer solo perché sono state meno le occasioni in cui è stato chiamato in causa. Lo stop di Danilo, leader della difesa, aveva fatto scattare l’allarme: lui lo ha silenziato con una sicurezza assoluta anche su campi difficili come quelli di Milan e Fiorentina. E anche lui contro il Cagliari ha messo pure il nome nel tabellino dei marcatori.

Acerbi 6.5

A sinistra è comunque adattato in un ruolo che interpreta in modo adeguato soprattutto grazie alla sua grandissima esperienza. Lì però spreca più energie e non riesce a infondere in pieno la sua leadership a tutto il reparto. In attesa di Bastoni però Inzaghi non ha di meglio.

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Cambiaso 6.5

Rivelazione abbagliante alla prima giornata a Udine, non ha trovato continuità a livello di impiego dal primo minuto, ma tecnica e duttilità gli hanno comunque permesso di ritagliarsi come minimo uno spezzone in undici giornate su dodici. Autore del gol da tre punti allo scadere del recupero con il Verona, la prima chiamata in azzurro gli dà ancora più spinta a livello mentale.

Dumfries 6.5

È partito a tavoletta (2 gol, a Cagliari e Sassuolo, e 2 assist nelle prime 6 giornate) ma nelle ultime partite è apparso un po’ in calo. Se sta bene può essere un fattore, altrimenti sono guai, considerato che Cuadrado non è pronto e, tolto l’adattato Carlos Augusto, lì Inzaghi ha solo il factotum Darmian che però non può essere clonato.

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McKennie 7

Rientra in anticipo dagli Stati Uniti per un problema tendineo che si porta dietro da un po’ e che non preoccupa in vista dell’Inter. Di certo non lo ha condizionato in questi primi mesi: esterno o mezzala, ogni tanto ancora un po’ confusionario, ma il suo dinamismo è fondamentale.

Barella 5.5

Le statistiche nel calcio contano meno che in altri sport ma sono comunque indicative. E lui, nella prima parte di stagione, è in deficit. Dopo le prime 16 gare di stagione nel 2022/23 era a 6 gol e 5 assist, quest’anno è a 0 e 1. Resta la dinamo dell’Inter, ma da lui è lecito attendersi di più, oltre alla “garra” (quella ce la mette sempre).

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Locatelli 7

In dubbio fino all’ultimo per la frattura a una costola, farà di tutto per recuperare con quello spirito di sacrificio che ne ha fatto uno dei leader del gruppo: preciso e ordinato in impostazione, fondamentale nel fornire protezione alla difesa.

Calhanoglu 7.5

Averlo messo lì è stata la più grande intuizione di Inzaghi. Ha “pensionato” Brozovic e, oltre a non sbagliare una partita, è un’arma impropria sui piazzati (per l’Inter già 8 gol: segna di più). E dietro cresce bene pure Asllani.

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Rabiot 6.5

Partito piano - al di là del gol alla prima giornata a Udine - un po’ per struttura e un po’ perché condizionato durante la preparazione da un problema a un polpaccio, ha progressivamente aumentato i giri del motore. La Juve si aspetta che contro l’Inter raggiunga la velocità massima.

Mkhitaryan 7

Inzaghi sostiene che nello spogliatoio i giocatori ascoltino di più l’armeno che lui, non a caso è un po’ il “prof” di questa Inter. Titolare in 15 gare su 16 e pure unico, tra i big, a dedicarsi solo all’attività di club avendo dato nel 2022 addio alla nazionale. Una manna per l’Inter.

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Kostic 5

Non troppo brillante in avvio, i tre assist nelle ultime cinque partite certificano una condizione in crescita.

Dimarco 8

Cuore ultrà e piedi da fatina. Due gol - l’ultimo al Frosinone segnato con una stella filante da oltre 56 metri - e 4 assist ne fanno una preziosissima risorsa per l’Inter. E dire che l’addio di Perisic pareva aver aperto una voragine a sinistra...

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Kean 5.5

Ha sfruttato gli acciacchi di Chiesa e Vlahovic per prendersi il posto e lo ha tenuto con i suoi scatti e la sua fisicità. Ora però deve iniziare a segnare. Vlahovic 6 In ballottaggio con l’azzurro. Partito alla grande, la lombalgia lo ha frenato e non è ancora tornato quello di inizio stagione: un lampo nel finale col Cagliari, con assist sprecato da Iling, fa sperare.

Thuram 8

Si è calato a tempo di record nell’ingranaggio immergendosi (inoltre) in un ruolo che mai aveva dovuto interpretare così in carriera. Nel suo campionato 4 gol e 5 assist ma - quel che colpisce - è la sua crescita. Continuando così, diventerà immarcabile.

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Chiesa 6.5

Come Vlahovic partito alla grande, come Vlahovic frenato da un problema fisico, come Vlahovic a secco dal rientro. Però ha dato segnali più confortanti e in azzurro si è rivisto al top.

Lautaro 9

Ha segnato 12 gol in 12 giornate e, dovesse continuare così, potrebbe anche demolire il record di reti in A (36) che appartiene a Higuain (2015/16) e Immobile (2019/20). A lui, da buon capitano, interessa più la stella ma, dati gli stenti di Arnautovic e Sanchez, questo passa giocoforza dai suoi acuti. E finora ha rasentato la perfezione.

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All. Allegri 7.5

Ha ricostruito una squadra di assoluta solidità mentale e inesauribile voglia di lottare. Capace di subire pochissimo e, lo certifica il terzo posto per tiri fatti e xgol prodotti, creare abbastanza. Ora deve dare una svolta all’incisività.

All. Inzaghi 8

Il 12 luglio, nella prima conferenza di stagione, ha sdoganato la parola scudetto («La vittoria è nel dna dell’Inter. Lo scudetto è il grande obiettivo e faremo di tutto per vincerlo»), un coraggio che alle nostre latitudini va apprezzato. Dietro ai proclami ci sono tre anni di lavoro straordinario tra le difficoltà e mercati, nella migliore delle ipotesi, a saldo zero.

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Stato di forma e condizione mentale, a pochi giorni dalla partitissima di Torino tra Juventus e Inter ecco come stanno i probabili titolari. Szczesny, Gatti e Rugani hanno dato certezze, Rabiot è salito mentre Kean è a metà strada. Lautaro Martinez è un bomber, Dimarco e Thuram sono invece le sue munizioni. Barella? Oltre la ‘garra’ serve di più.

Szczesny 7.5

Un solo passaggio a vuoto, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, in una giornata stortissima non solo per lui. Per il resto è stato un’assoluta sicurezza.

Sommer 7

Fargli gol è un’impresa (è rimasto imbattuto in 10 delle 16 gare in stagione, Champions compresa), ma - soprattutto - l’impresa l’ha fatta lui mandando in soffitta il poster di Onana senza che nessuno abbia i lucciconi.

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Juve-Inter, le probabili formazioni: Chiesa con l’X Factor, McKennie fondamentale
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Gatti 7.5
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Bremer 8
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Rugani 7.5
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Cambiaso 6.5
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McKennie 7
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Locatelli 7
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Rabiot 6.5
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Chiesa 6.5
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All. Allegri 7.5