Juve, Inter e Milan pronte alla rivoluzione: febbraio caldo per il calcio italiano

Le tre big hanno ribadito la loro posizione favorevole alla riduzione delle squadre della massima divisione da 20 a 18 ma in ballo non c’è soltanto questo

La strada per riformare il calcio italiano è lunga e in salita, ma segnata. Se poi si taglierà il traguardo o no bisognerà attendere fine febbraio, inizio di marzo. Intanto ieri pomeriggio, a Roma, il presidente federale Gabriele Gravina ha interloquito con i dirigenti di Juventus, Inter e Milan (Calvo e Marotta presenti, Scanavino e Scaroni videocollegati) che hanno voluto offrire ulteriore linfa e spinta affinché la Federcalcio proceda in maniera determinata sulle riforme che dovranno consentire al sistema calcio di poggiare su basi più solide di quelle attuali. Le tre big hanno ribadito la loro posizione favorevole alla riduzione delle squadre della massima divisione da 20 a 18 ma in ballo non c’è soltanto questo.

Calcio italiano, costi da contenere

In realtà per centrare l’obiettivo di “raffreddare” i costi del mondo del pallone, Gravina ha in mente un complesso di nuove regole che mirano anche a neutralizzare a monte i meccanismi di indebitamento che accomunano troppe società e non solo (dalla rimodulazione dell’indice di liquidità, all’aumento dei controlli e l’introduzione di maglie economiche più strette, alla valorizzazione dei giovani). Il lavoro a stretto contatto con la Deloitte si spiega anche per questa ragione.

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Il sostegno di Milan, Inter, Juventus

Dunque il presidente federale ha registrato il sostegno convinto delle due squadre milanesi e della Juventus che negli ultimi tempi hanno manifestato il proprio disappunto per come vengono gestite non poche situazioni nella Lega di Serie A. Non a caso, dopo l’ultima e recente turbolenta assemblea, ne è stata convocata una nuova a strettissimo giro di posta (lunedì) in cui è annunciato un confronto serrato - per usare un eufemismo! - sulla questione della riforma dei campionati con le piccole e parte delle medie che sono contrarie alla riduzione del numero di partecipanti. Un febbraio destinato a diventare più caldo del solito non soltanto a livello climatico...

Gravina in due vertici già calendarizzati per il 13 e 19 incontrerà le componenti coinvolte in modo da rendersi conto di quante e quali adesioni ci saranno per andare a presentare nel Consiglio federale di fine mese il telaio della rivoluzione del calcio. Come sempre nelle votazioni serve la maggioranza, anche se sul tavolo aleggia il cosiddetto diritto di veto, ovvero la possibilità per una delle quattro Leghe di impedire cambiamenti radicali. L’ora delle battaglie è scoccata.

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La strada per riformare il calcio italiano è lunga e in salita, ma segnata. Se poi si taglierà il traguardo o no bisognerà attendere fine febbraio, inizio di marzo. Intanto ieri pomeriggio, a Roma, il presidente federale Gabriele Gravina ha interloquito con i dirigenti di Juventus, Inter e Milan (Calvo e Marotta presenti, Scanavino e Scaroni videocollegati) che hanno voluto offrire ulteriore linfa e spinta affinché la Federcalcio proceda in maniera determinata sulle riforme che dovranno consentire al sistema calcio di poggiare su basi più solide di quelle attuali. Le tre big hanno ribadito la loro posizione favorevole alla riduzione delle squadre della massima divisione da 20 a 18 ma in ballo non c’è soltanto questo.

Calcio italiano, costi da contenere

In realtà per centrare l’obiettivo di “raffreddare” i costi del mondo del pallone, Gravina ha in mente un complesso di nuove regole che mirano anche a neutralizzare a monte i meccanismi di indebitamento che accomunano troppe società e non solo (dalla rimodulazione dell’indice di liquidità, all’aumento dei controlli e l’introduzione di maglie economiche più strette, alla valorizzazione dei giovani). Il lavoro a stretto contatto con la Deloitte si spiega anche per questa ragione.

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