Allenatori e dirigenti, basta squalifiche ma multe per i vivai

Quanto accaduto sabato sera a Roma, con Simone Inzaghi che ha strigliato la squadra all’intervallo dopo aver urlato tutto il suo disappunto ai collaboratori, dimostra quanto ormai sia inutile confinare i tecnici in uno skybox
Allenatori e dirigenti, basta squalifiche ma multe per i vivai© ANSA

Così fan tutti. Gli allenatori, da squalificati, grazie alla tecnologia riescono ugualmente a fare arrivare i propri input in panchina (e quindi alla squadra); mentre i dirigenti - seppur inibiti - conducono le operazioni di mercato pur senza comparire (almeno ufficialmente). Quanto accaduto sabato sera a Roma, con Simone Inzaghi che ha strigliato la squadra all’intervallo dopo aver urlato tutto il suo disappunto ai collaboratori, dimostra quanto ormai sia inutile confinare gli allenatori in uno skybox (dove, tra l’altro, è anche più facile analizzare le partite, avendo una migliore visione del campo).

L'idea di una riforma

Non è una critica a Inzaghi, si intenda: tutti i colleghi si ingegnano da tempo su come aggirare i legacci dati da una squalifica (da barzelletta quanto accadeva sotto Covid, quando gli allenatori - approfittando dell’assenza di pubblico - stavano seduti a pochi metri dal campo, con le loro urla perfettamente udibili da tutti). Tra l’altro, ormai non fa più notizia vedere qualcuno in panchina dotato di auricolare, per comunicare con i match analyst, o con il tablet per rivedere in tempo reale gli episodi controversi o le analisi del Var. Per non dire di quanto accade nel mercato dove si va ben oltre il ridicolo: con chi dovrebbe parlare un procuratore di un affare se il direttore sportivo è inibito, forse con il portinaio della sede o una segretaria? Per non dire di quei dirigenti-ombra che conducono le operazioni addirittura senza comparire negli organigramma societari (molti gli esempi, anche illustrissimi). Un buon motivo per sposare l’idea di una riforma nelle sanzioni del giudice sportivo ad allenatori e dirigenti: non più squalifiche, ma pesanti multe, opere di bene per finanziare (ad esempio) le strutture dei settori giovanili che spesso cadono a pezzi.

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